GENOVA -La Sampdoria conferma la fiducia ad Andrea Pirlo nonostante la crisi di risultati dei blucerchiati - in piena zona Serie C dopo la sconfitta col Cittadella - e nonostante le parole dello stesso tecnico bresciano che ieri sera ha ammesso: "Mi sento in discussione? Siamo sempre in discussione". Le cose non stanno funzionando, inutile girarci troppo attorno. La gara coi veneti è stata la peggiore della stagione: se la Sampdoria aveva mostrato luci e ombre nelle precedenti sconfitte interne con Pisa e Venezia, ieri sera si sono vist soprattutto i limiti – tecnici e tattici – di questa squadra. Pirlo ha le sue responsabilità ma naturalmente non è l'unico colpevole di questa situazione.
Nessuno dimentica le condizioni di emergenza in cui si è trovata a ripartire la nuova proprietà Radrizzani-Manfredi dopo il fallimento sfiorato dal club, nel contesto di una situazione ancora complicata, e però sul mercato era lecito attendersi qualcosa di più rispetto alla squadra attuale dove – se escludiamo Pedrola – mancano i giocatori in grado di fare davvero la differenza. Anche l'inesperienza dei due “direttori” Mancini e Legrottaglie per ora – con tutte le attenuanti del caso – si sta facendo sentire.
Molti obiettivi di mercato sono stati mancati (Ferrari, Pereyra e Coda su tutti), in linea di massima la rosa – al netto di un pizzico di sfortuna (gli infortuni di Ferrari e Benedetti) – sembra ampiamente migliorabile. E anche alcuni acquisti fortemente voluti da Pirlo – come Borini e Ricci – ieri hanno ampiamente deluso. Ancora in fase di rodaggio e comunque non trascendentale Kasami, appena prelevato tra gli svincolati. Pirlo insomma non è l'unico colpevole ma – come spesso capita nel calcio – è l'allenatore il primo a rischiare in queste situazioni. E nelle prossime gare, a cominciare da quella di domenica a Parma, i blucerchiati sono chiamati al riscatto.