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Sport

1 minuto e 28 secondi di lettura
di Maurizio Michieli

GENOVA -  "Questo è un finto subentro, conosco molti giocatori, li ho già allenati così come conosco molti dirigenti, i tifosi e l'ambiente, per questo ho accettato". La prima conferenza stampa di Marco Giampaolo dal suo ritorno in blucerchiato arriva alla vigilia del derby tutto ligure con lo Spezia.

L'attenzione del mister che ha sostituito D'Aversa va alla sfida del Picco di domenica pomeriggio: "Tattica? Ora non importa, non mi metto certo a fare la parte didattica in questa situazione. Il morale dei calciatori dopo le ultime sconfitte non è il massimo ma ci sta sta, è normale, dobbiamo recuperarlo. Domani la posta in palio è importante, è una partita fuori da ogni logica anche perché è la prima. Dobbiamo dare tutti il massimo" spiega Giampaolo.

Poi inevitabilmente si torna a pensare ai giorni dell'addio e a tutta la prima esperienza sulla panchina della Samp: "Mi resta un po' di amaro in bocca del mio triennio alla Samp, perché il terzo anno sotto la doccia dissi ad un dirigente: 'se mi prendete quel giocatore, di cui non faccio il nome, l'anno prossimo arriviamo quarti'. Potevamo essere l'Atalanta di oggi, ma ho avuto tanti giocatori bravi distribuiti però negli anni e mai tutti assieme, per esigenze di bilancio. Mi auguro di riprendere quel filo, anche se non possiedo elementi in quella direzione, ma tutto passa attraverso questa parte di stagione".

Poi una battuta sui singoli: "Fabio Quagliarella può dare ancora tanto, cercherò di riportarlo più vicino alla porta, il suo habitat. Ma può e deve dare di più, me lo aspetto. Caputo anche, è un elemento che mi ha sempre stuzzicato e avrai voluto allenatore. Gabbiadini sta vivendo un grande momento. Io talebano? Non è che posso snaturarmi, ma in questo momento più che i moduli contano i principi di gioco" conclude Giampaolo