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Sport

2 minuti e 59 secondi di lettura
di Luca Vaccaro

COMO - Dopo la pesante sconfitta col Como, un netto 4-0, il mister dello Spezia Luca D'Angelo in conferenza stampa fa il punto della situazione.

“La situazione non facile è evidente, ma ho la convinzione che lo Spezia si possa salvare. Abbiamo bisogno di giocatori e facce nuove ma non è gruppo da prendere e buttare. Calcisticamente parlando siamo deboli mentalmente, non nel modo di giocare. So che è assurdo dirlo dopo un 4-0, e probabilmente qualcuno si arrabbierà, ma fino al primo gol del Como avevamo giocato meglio, creando anche palle gol nitide con Antonucci e Verde. Gli altri nel primo tempo hanno fatto 4 tiri in porta di cui 2 pali e 2 gol. Hanno strameritato di vincere, non vorrei si fraintendessero le mie parole, ma calcisticamente la squadra non è da lasciare all’abbandono, ma ha bisogno di più giocatori di personalità, che non abbiano vissuto ne la retrocessione dell’anno scorso, ne l’inizio stagione di quest’anno tra andata e inizio del girone di ritorno, che stanno destabilizzando la squadra. Io vedo una squadra debole non calcisticamente, ma mentalmente, ecco perché penso si possa raggiungere la salvezza. Siamo partiti con l’idea di tornare in A, valutazione smentita dai fatti, ora sta a noi mettere 5 squadre dietro e salvarci”.

“Io faccio allenatore e devo rispondere per il campo. Non mi posso tirare indietro, oggi giocavamo 11 contro 11 e qualcosa ho sbagliato anche io. Non mi piace dire sono appena arrivato, non fa parte di me e dico che i giocatori che resteranno da qui alla fine dovranno avere l’idea che c’è da faticare perché l’inerzia non è buona, non tanto dal punto di vista calcistico ma mentale. Bisogna capire che bisogna tenersi 4-5 squadre dietro, questo deve essere l’unico pensiero. Sul discorso dei prestiti, a me se ne prendono 4 in prestito e sono 4 giocatori validi, poi non me ne frega nulla se se ne vanno, l’importante è che arrivino. Perché nel calcio bisogna badare al concreto, il programmato mi fa sorridere, perché qua non si programma niente. La programmazione nel calcio sono i risultati, se ci sono quelli funziona tutto, altrimenti si mette subito in discussione. In prestito, definitivi, per 3 partite, 5, non mi interessa, l’importante è che arrivi gente che sappia di cosa c’è bisogno”.

“Io ora penso che bisogna attutire la botta, nessuno tra proprietari e dirigenti penso stia pensando alle plusvalenze”.

“Le caratteristiche dei giocatori, se metti tre punte faranno le punte. Sul 4-0 dicevo ai miei giocatori di stare bassi per cercare di non prendere il quinto gol. Non mi interessava farne uno ma non prenderne un altro. Abbiamo tanti giocatori offensivi, creiamo tanto e non concludiamo, è quella la cosa grave, perché anche oggi, nella prima mezz’ora eravamo sempre nell’area del Como, stabilmente. È un difetto che abbiamo e abbiamo già riscontrato, oggi a differenza delle altre partite dopo il secondo gol abbiamo completamente staccato, perché la squadra dal punto di vista mentale è in grande crisi. Ma solo noi possiamo svoltare, non possiamo aspettare che arrivi Freud e di dica come fare per uscire da questo letargo che ci prende nel momento in cui prendiamo gol. Abbiamo perso in malo modo e non va bene, anche perché i giocatori non si sono risparmiati”.

“Nella prima mezz’ora il Como non si aspettava che noi prendessimo la partita. Dopo loro hanno tantissima qualità. Avevano Cerri che neanche si è scaldato, li la differenza si vede. Anche dal punto di vista della tranquillità, giocano per vincere il campionato, noi per resistere in categoria, anche l’aspetto mentale diventa fondamentale, soprattutto per noi che siamo in difficoltà di risultati”.