GENOVA - Il vento del nord ha spazzato via il Genoa che c'era per scoprirne uno tutto nuovo. La rivoluzione coraggiosa di Spors si è compiuta con un'accelerazione finale che ha chiuso il mercato di gennaio, quello della disperazione e a volte quello delle illusioni, con un saldo di 21 movimenti di giocatori complessivi: esclusi i nomi minori, nove in entrata e 12 in uscita. Tra questi, per un fatto emotivo dispiace per i saluti di Pandev finito al Parma. È vero che Goran ormai giocava poco ma la sua presenza, la sua lunga storia genoana unita alla scelta di vivere qui, rassicurava. Invece ha scelto, davanti all'idea di giocare e di non stare a guardare, di non rimanere in rossoblu. Roba che ha fatto rumore.
Ma il Genoa oggi non può più abbandonarsi ai sentimentalismi, neppure di fronte ai monumenti, perché serve solo guardare avanti alle ultime 15 partite decisive per evitare la serie B. Da Hefti al ritorno di Czyborra, da Yeboah a Gudmunsson, da Amiri, Piccoli a Calafiori l'aria nuova si respira. Spors ha puntato su questo: giocatori con la mente sgombra e senza le ruggini di 5 mesi di patimenti che hanno scosso lo spogliatoio. Sturaro e Criscito restano i punti di riferimento della genoanità in mezzo a gente che soprattutto arriva dal freddo.
Ora il campo darà il solo giudizio che conta. Servono tante vittorie e tanti gol. Destro è rimasto e Cambiaso pure perché da tifoso del Grifo non ha preso altre strade. Gli ingredienti per fare il miracolo di una rincorsa in classifica in cui i margini di errore ormai sono minimi, sembrano esserci. Il resto lo dovrà fare il tecnico Blessin che da questo momento avrà il compito di modellare un gruppo nato dal niente ma che ha portato il Genoa tra le società più attive della serie A. Il compito è stato fatto anche con umiltà perché finalmente si è volato basso. Basterà? Costa poco crederci, non ci sono alternative.