Genoa, dopo 15 anni di A si deve pensare al "piano B", Ekuban non basta per vincere a Venezia. L'ultima spiaggia rossoblu è l'ennesimo niente di fatto. Finisce 1-1 e come al solito a vincere sono solo i tifosi che hanno sostenuto Sirigu e compagni fino alla fine con striscioni e bandiere. Dopo 15 anni il Grifone rischia la retrocessione in B, anzi per evitarla non è più sufficiente un'impresa, ma serve il miracolo. Gol di Henry che è una mazzata, ma finalmente si sveglia Ekuban. Nella ripresa il Genoa sfiora il successo con Yeboah, palla salvata sulla linea, ma poi rischia la sconfitta. Il punto serve di più al Venezia. Onestamente ci si aspettava di più, non in laguna, perché ormai si sa che la forza della squadra è questa e pure l'arrivo di mister Blessin non ha trasformato la zucca in carrozza collezionando 4 pareggi. Di più doveva arrivare dal mercato di Spors che ha si movimentato 23 giocatori, ma un vero pezzo da 90 non si è visto. Amiri è pure molto sfortunato per essere fuori da 15 giorni per una intossicazione. E gli altri non incidono.
Si poteva fare meglio? Forse si anche se i proprietari di 777 Partners hanno messo nel club decine di milioni per coprire l'eredità di Preziosi che ha molte colpe in questa annata disastrosa. Ma anche i dirigenti nuovi non devono accettare la caduta con alibi vari. La scelta di Shevchenko è stata una follia pure economica. Retrocedere in questo campionato, avendo della liquidità e una visione moderna come detto da Blazquez, Zangrillo e Wonder, pareva impossibile. Invece la realtà è dura e cruda. Ora bisogna pensare ad un "piano B" pur ricordando che fino a quando la matematica tiene in vita il Genoa bisogna crederci. Ma senza illudere nessuno, tantomeno traguardando obiettivi europei pluriennali che oggi c'entrano come un cavolo a merenda.
In fondo il Grifo nella sua storia ha affrontato drammatiche scivolate, ma anche splendide risalite, per questo è sufficiente la serietà per raccogliere la fiducia.