Gianluca Vialli si racconta: "Temo la morte, ma mi eccita scoprire che c'è dopo". "La malattia non è solo sofferenza, ci sono anche momenti bellissimi" dice l'ex fuoriclasse, campione d'Italia 1991 con la Sampdoria ed attuale capo delegazione della Nazionale, da tempo impegnato nella battaglia con una malattia. Il plurivincitore della Coppa Coppe (nel Doria da giocatore nel 1990, nel Chelsea da allenatore-giocatore otto anni dopo) si confessa in un'intervista a "Una semplice domanda" di Alessandro Cattelan.
"Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall'altra parte. Ma in un certo senso - sostiene - sono anche eccitato dal poterlo scoprire".
"Però mi rendo anche conto - prosegue - che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L'ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato".
E ancora: "La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita - e non l'ho detto io ma lo condivido in pieno - è fatta per il 20% da quello che ti succede, ma per l'80% dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un'opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh...".