GENOVA - I record di profondità, i sacrifici e l’allenamento sono al centro di tre incontri organizzati allo Yacht Club Italiano e tra gli ospiti presente anche Umberto Pelizzari, conduttore televisivo, professore universitario, ma soprattutto campione mondiale con una capacità polmonare pari a 7,9 litri, che ha raccontato a Primocanale com’è nata la sua passione.
"All'inizio non immaginavo di poter diventare apneista, avevo paura dell'acqua e mia madre mi mandò in piscina per superarla"
"Da lì ho iniziato a fare nuoto, dopo qualche mese ero nella squadra agonistica e e a passare più tempo in acqua che fuori allenandomi quotidianamente, mi piaceva trattenere il fiato e così, smesso col nuoto, ho deciso di migliorarmi come apneista"
Nel nuoto, nell’apnea e nella vita si può ottenere molto 'con la forza del respiro': dalla sua carriera agonistica è nato un libro, un vero e proprio manuale motivazionale. "Ho scritto il mio primo e ultimo libro in cui racconto il parallelismo tra l'epoca in cui mi allenavo e la quotidianità, "La forza del respiro". Per ottenere un obiettivo ti devi sacrificare, devi adattarti, usando armi che non ti immaginavi di avere, come il respiro. La chiave di lettura è la metafora dell'apnea come metodo nella vita di tutti i giorni".
A Genova, intanto, sempre più giovani si lasciano affascinare dall’apnea, così come dal nuoto, dal canottaggio e dalla vela, segno il mare che è nel sangue dei genovesi. "Credo che uno sport debba essere scelto perché ti appassiona e non per il successo, perché ti piace. Per arrivare al top devi essere dotato e devi sacrificarti. Il tuo corpo deve adattarsi, ma lo si ottiene con l'allenamento e la dedizione", parola di un campione.
"Sono felice di essere qui a Genova, città dalle tradizioni incredibili, i genovesi hanno portato anche la subacquea in giro per il mondo, con Luigi Ferraro"
E sfata anche un mito: "Apnea sport solitario? C'è un grande lavoro di squadra dietro una performance individuale, il team con i sommozzatori e gli uomini in acqua pronti a intervenire sono quello che più mi manca".