GENOVA -Massimo Travaglini, 52 anni, è un ristoratore genovese e genoanissimo.
Lo incontriamo nel suo locale, una elegante focacceria che punta sulla qualità, incastonato nel centro di Genova, a Piccapietra, dove non c'è nulla di rossoblu, "perché il lavoro è una cosa e il tifo un'altra".
Per mostrare i colori rossoblu davanti alla telecamera, su nostra richiesta, tira fuori con orgoglio il suo casco con gli adesivi slogan della Nord.
Massimo sorride, ha un bel carattere, insiste per offrire caffè e focaccia a giornalista e all'operatore Francesca Cangiotti, e quando inizia l'intervista si fa serio, terribilmente serio.
A margine dell'intervista racconterà che da ragazzo ha pure fatto a botte per il suo Genoa.
La cose che hai fatto per il Genoa?
"Tutto, a otto anni ho preso il treno e sono andato a vedere il Genoa a Como senza dirlo ai genitori e per entrare allo stadio gratis chiesi a un comasco di spacciarmi per il figlio, come si faceva a quei tempi".
Quali peripezie hai fatto per vedere il Genoa?
"Ho vissuto nove mesi a Miami e seguivo il Genoa sui social, per fortuna nei locali si vede anche la tv italiana. Il genoano non può fare a meno del Genoa, fa parte del nostro Dna".
Io credo che tutti i veri tifosi siano così...
"Io credo che il genoano abbia qualcosa di diverso dagli altri.
Non è per il risultato perchè negli ultimi ottanta, novant'anni non abbiamo avuto nessun risultato decente, se non per poche eccezioni. Noi più soffriamo e più esce il nostro tifo. Domenica ne è stato l'esempio, io l'ho vissuta malissimo, non sto raccontare cosa mi è successo".
Racconta, racconta...
"Non ho visto il gol, tanto per dire, perchè pativo, io quando arrivo a casa se dovessi spiegare a mia moglie cosa mi succede mi prenderebbe per scemo, così faccio finta di niente".
Il che settore e con chi vai allo stadio?
"Da sempre in gradinata Nord, da quando avevo sedici anni"
Mai in tribuna?
"No, ci vado perchè ogni tanto mi invitano, ma non è il mio settore e penso non lo sarà mai, non la vivo come dovrei viverla con gli amici nella Nord".
Su quei gradoni freddi con chewingun sotto il sedere?
"Intanto non ci sediamo, è l'atmosfera, il pathos che si respira nella gradinata Nord è qualcosa di unico, penso per tutti i tifosi ma il genoano ha qualcosa di diverso".
Fra pochi giorni c'è il derby...
"Sì, faccio gli auguri alla Sampdoria. Noi non abbiamo niente da perdere perchè è dall'inizio, dai postumi che ci ha lasciato il vecchio presidente, se lo possiamo chiamare così... questi sono i risultati. Stiamo cercando di rialzarci ma noi non abbiamo nulla da perdere, sappiamo che per noi è difficilissima, ne siamo tutti consapevoli, altri forse un po' meno...".
Domande flash con risposte rapide:
Il giocatore in cui riponi più speranza per sabato?
"Sturaro".
Il giocatore che ti fa più paura della Samp?
"Non mi fa paura niente di loro".
Da uno a dieci, che fiducia ti danno i nuovi proprietari del Genoa?
"Dieci".
Preziosi?
"Zero".
Il giocatore che ti è piaciuto di più nella tua vita da tifoso?
"Milito".
Quello che ha odiato di più?
"Non odio i genoani".
Uno che non ti è mai piaciuto?
"Parecchi, ma non ho mai odiato nessuno".
La partita più bella che hai visto?
"Per me le partite del Genoa sono tutte belle".
Anche quando perde?
"Soprattutto quando perde, perchè lo sento proprio mio".
La pagina più nera del Genoa?
"Negli ultimi quindici anni parecchie, se pensiamo ai disastri che ha combinato il presidente (Preziosi ndr) con le figure che ci ha fatto fare".
La gioia più grande?
"Essere genoano".
Un pronostico per il derby?
"Non ne faccio".
Fine dell'intervista, e finalmente Massimo torna a sorridere.