GENOVA -Gianni Buffagni, 60 anni, ristoratore ma non solo, anche imprenditore, è un genovese dorianissimo.
Ci accoglie nel dehor della sua pizzeria a Carignano, il suo quartiere, un quartiere bene e un po' snob, anche lui offre il caffè agli ospiti e ha già il pensiero al derby di sabato. Quando inizia l'intervista ha uno sguardo molto determinato...
Quello di sabato sarà un derby speciale?
"Quello di sabato è un derby speciale come tutti i derby, intanto saluto il mio socio genoano, al derby arriviamo in due modi differenti ma i problemi sono per entrambi la permanenza in serie A, noi abbiamo questa scorta di cinque punti che ci permette di guardare alle spalle in modo più sereno, però è complicato perché veniamo da una stagione complicata, per il mister e per la società".
Quanto sei doriano?
"Sono doriano al 100%, la mia è una missione da quando sono nato. Mio papà quando ero piccolo mi ha raccontato perchè c'era questo senso di appartenenza, nata dall'unicità della maglia, creata da genovesi per una società fondata da genovesi, che ci differenzia rispetto all'altra società di Genova. Mio papà ce l'aveva con gli inglesi, l'arrivo della maglia rossoblu, dopo che il Palermo l'aveva già vestita nel 1900. Mio papà mi ha sempre detto che almeno la nostra è originale, il Genoa l'ha copiata. Io su questo sono cresciuto e mi sono fidelizzato. La maglia della Sampdoria è unica, indiscutibilmente unica - ripete Buffagni gesticolando come a sottolineare il concetto - è questo è il motivo per cui sono sampdorianissimo".
La cosa più folle che hai fatto per la Samp?
"Oltre le 24 trasferte europee mi ricordo le trasferte prima di Mantovani, rimanere chiuso in un gabbiotto a Catania, dove mangiavo il pollo e ci rincorrevano tutti. Ho girato l'Europa e prima ancora l'Italia e i paesi perché comunque la nostra storia era A e B, ed era bello quando si facevano le trasferte in sette o diecimila, e non si andava perché si avevano giocatori forti ma perché era bello sventolare una bandiera".
Il Genoa, cosa significa per un doriano?
"Significa dare fastidio, la nascita della Samp nel '46 ha dato fastidio, la Sampdoria nasce, fra l'altro in questo quartiere dell'Andrea Doria, in Carignano, fra l'unione di un sampierdarenese e uno dell'Andrea Doria, e quindi io sono fiero di stare in Carignano sapendo che la Samp è nata qui, essere sampdoriano significa avere la maglia che è unica".
Il calciatore più importante della Sampdoria?
"Trevor Francis, arriva Mantovani e ci porta questo giocatore fantastico, tanti sampdoriani si identificano in lui".
Raccontiamo chi era Francis ai bambini che non lo conoscono...
"Trevor Francis è stato insignito baronetto dalla regina d'Inghilterra perché in Inghilterra era un esempio di stile, un centravanti incredibile, e se non sbaglio aveva vinto con il Tottenham la coppa dei campioni, cosa che noi abbiamo sfiorato il 20 maggio, e tanti non se lo ricordano, ed era davvero una coppa dei campioni perchè la faceva chi arriva per primo e non chi arrivava terzo o quinto, o il sesto... Trevor Francis".
La partita che non dimenticherai mai?
"Un recupero Sampdoria Milan in settimana, pioggia e Gullit straripante, però mi ricordo anche quando ci siamo salvati a Torino con gol (al Torino ndr) di Loris Boni e parliamo sempre di 15 mila spettatori in trasferta, adesso si fanno tanti discorsi, sui mille e duemila, esodo, adesso il calcio è cambiato, domenica a vedere il Genoa c'erano 17mila persone, a vedere la Samp due domeniche fa ce n'erano 16 mila, i numeri sono bassi, la città offre questo e non c'è senso di appartenenza che porta più di questo".
Ti sei mai picchiato per il Genoa?
"Non mi sono mai picchiato però di trasferte pericolose ne ho fatte".
La più pericolosa?
"Pisa? Però parliamo di epoche recenti, quando ero piccolo andavo ovunque con mio papà, però a Napoli si andava fieri sbandierando la bandiera del Doria, poi la nascita dei gruppi ha creato un po' di questo mischione, era bello andare in trasferta ed è bello ancora adesso, però adesso si sfidano le pay tv...".
Sei mai stato in un gruppo?
"No, non mi sono mai identificato nei gruppi".
Cosa ne pensi degli ultras?
"Politica o non politica sono scelte che qualche volta possono danneggiare l'altra parte della tifoseria, però i nostri sono stati molto coerenti e gliene do atto".
Il giocatore un po più sfigato della Samp?
"Ce ne sono tanti - risponde con un sorriso Buffagni - chi mi fa tenerezza? Potrei dire Regini, perché è venuto ed è tornato e non mi ricordo mai cose positive".
Di Vialli e Mancini, Mantovani e lo scudetto non ne abbiamo parlato...
"Facile no? Dire Vialli e Mancini, lo dicono in tutta Italia e in tutta Europa".
Vialli o Mancini?
"Vialli, perché lo conoscevano anche in Indonesia negli anni che la Sampdoria lottava, perché noi abbiamo lottato parecchio per lo scudetto, lo chiamavano Luca Pialli, la Sampdoria era molto conosciuta all'estero, e non lo dico da sampdoriano, è vero. Luca Pialli...".
Un pronostico per sabato?
"Un pareggio ci porta poco lontano, dobbiamo vincere come ne abbiamo vinti tanti di più. Finiremo probabilmente con l'ennesimo piazzamento sopra. Se il campionato finisse adesso con la Sampdoria sopra il Genoa dovrebbe farne 51 per arrivarci sopra, ma lo dico simpaticamente, i miei amici genoani sono il meglio che posso avere".