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L'iniziativa è partita da Genova che Osa, prima il passaggio in Comune poi la raccolta delle firme, ne servono duemila
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GENOVA - Il Partito democratico e gli altri partiti di opposizione, su proposta del movimento Genova che Osa, propone al comune di Genova, sulla scia di quello di Firenze, di inserire il salario minimo a 9 euro per tutti i contratti in appalto. Tradotto: quando il Comune è appaltante, la società privata che lavora per Genova deve dare la garanzia di pagare almeno 9 euro all'ora. È nata così la proposta di iniziativa popolare che concerne atti o attività di competenza comunale, dichiarate ammissibili ai sensi dell'art. 2, per il proseguimento dell'iter, che devono poi essere presentate al presidente del consiglio comunale, corredate dalla firma di duemila cittadini. Firme che, presumibilmente, slitteranno nel periodo estivo. La raccolta delle firme ha termine entro tre mesi dalla data di apposizione della prima sottoscrizione e le proposta di deliberazione di iniziativa popolare viene presentata entro 60 giorni dalla chiusura della raccolta stessa.

"Si sperava che la proposta al salario minimo a 9 euro venisse presa in considerazione dal governo di Giorgia Meloni - spiega il segretario provinciale del Partito democratico di Genova Simone D'Angelo -. Ci stiamo attrezzando per far fronte a questa scelta sbagliata del Comune. Per esempio, il comune di Firenze ha fissato a 9 euro il salario di tutti i contratti in appalto di quando il comune è appaltante, chi lavora per Genova ed è una società privata deve dare garanzia per pagare almeno quella cifra. Siamo pronti a raccogliere le firme, si tratta di una battaglia di civiltà che unisce sette italiani su dieci (i dati dicono che vogliono il salario minimo in Italia ndr) e noi vogliamo partire da Genova. Il lavoro non fa rima con sfruttamento".

I dati, raccolti da Genova che Osa, la cui fonte è Unioncamere - Anpal, evidenziano come le aziende genovesi offrano contratti a tempo indeterminato solo nel 18% di casi. "Questi numeri ci accomunano ad altre città ma qui siamo proprio a saldo negativo - spiega il movimento genovese -. La legge regionale, per esempio, prevede indennità per i tirocini a 500 euro al mese per lavoro a tempo pieno. Ricordiamoci che la soglia di povertà è fissata a 900 euro al mese, quindi questi tirocini sono ben sotto la soglia". Genova a misura di giovani ma, il 90%, secondo Unioncamere, dei genovesi, ritiene che Genova non sia adeguata a soddisfare le esigenze lavorative