
Una spruzzata di neve, qualche grado in meno di temperatura, una previsione perfetta, lanciata attraverso ogni percorribile mezzo di informazione con una settimana di anticipo. Incredibile. Trenitalia non ha smentito la sua collaudata inefficienza e si è fatta prendere alla sprovvista, mandando allo sbaraglio di qualche chicco bianco migliaia di viaggiatori e di pendolari. Il disastro sulla Bologna-Forlì è diventato il simbolo dell'Italia in mutande: da una parte il provero professor Monti fa il commesso viaggiatore del paese che vorremmo, girando tutte le capitali europee per dimostrare che siamo diventati degni. Dall'altra un'azienda di Stato, che si sfalda. Quello che in queste ultime ore è successo sulla rete ligure è la conferma di un disimpegno verso il territorio. L'iniziativa dell'assessore Vesco è corretta se non si ferma, se non resta un ballon d'essai ma va avanti fino a raggiungere un obiettivo. Quello di far viaggiare i liguri non sulle tradotte del 1915 ma su treni civili, dove il passeggero non è un fastidiosio ingombro, ma un cliente che paga.
IL COMMENTO
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