Cronaca

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Il presidente Napolitano è intervenuto al convegno “Dall’emergenza alla prevenzione” a vernazza. Napolitano si è rivolto alla platea esaltando il lavoro dei sindaci poi ha elencato delle priorità: “In un microcosmo come Vernazza, patrimonio dell’umanità, gli obiettivi del nostro incontro sono due. Il primo, prendere ad esempio la mobilitazione che c’è stata di fronte alle avversità. Il secondo obiettivo è sollevare il grande problema della tutela del territorio. Il dissesto idrogeologico è un rischio a cui il nostro paese è esposto. Non è un problema nuovo, è una parte costituitiva del nostro essere paese fisico. Ricordiamo l’alluvione di Firenze, già allora si pose il problema della difesa del suolo, da questi rischi. Cosa ne è stato? Si è trattato di una lunga storia di piani di difesa del suolo disgregatisi nel tempo. Piani che sono stati soppiantati e annullati da altri piani”. Il presidente della Repubblica ha ancora aggiunto: “Siamo nell’epoca del cambiamento climatico e queste sono alluvioni e frane di sempre e non di sempre. Bisogna sciogliere nodi di volontà politica. Volontaà politica significa sapere amministrare e gestire. C’è un problema di lungimiranza sia nazionale che locale e bisogna essere capaci di resistere alle forzature e alle resistenze. Si faccia concorrenza elettorale ma non su cose su cui non bisogna disputarsi un consenso furoviante e deteriore”. Napolitano poi ha individuato nella riforma della protezione civile un’ulteriore priorità: “Bisogna riformare le procedure dell’amministrazione ordinaria e dare alla protezione civile lo spazio che le compete e l’autonomia che le è indispensabile. A distanza di tre anni non sappiamo quali piani sono stati attuati. Siamo a uno stato che non è in grado di controllare quello che fa.” Una considerazione che è diventata una domanda chiara e secca ”Quanto debito pubblico in più facciamo non spendendo nel risanare l’emergenza. 800 milioni per il territorio tagliati via e non si sa perché. Qual’ è la questione di fondo? Abbiamo fondi limitati e non possiamo scaricare questo debito sulle spalle dei giovani. 

E' un dovere istituzionale abbattere il debito pubblico. Quanti miliardi pagheremo nel 2012 per i titoli del debito pubblico? 70 e più miliardi. Avendo meno interessi del debito pubblico potremmo avere più soldi da destinare allo sviluppo. Tutto è prioritario e niente è prioritario, la politica è anche responsabilità di scelte”.


Napolitano ha concluso: “Il pericolo non è essere d’accordo su tutto ma in disaccordo è il pericolo è che non si capisca che ci sono questioni su ciui bisogna trovare una convergenza nell’interesse generale.” Infine, Napolitano, infine, ha concluso con le parole rotte dall’emozione: “Quello che per voi è grande speranza è per noi grande responsabilità”