Politica

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Lo stile dei professori non si sfalda nemmeno a poche ore dal ballottaggio. Non si va al di là di qualche frecciata: Enrico Musso che sottolinea il declino di Genova a suo dire provocato dalle giunte di sinistra che hanno governato la città o Marco Doria che rinfaccia all’avversario di essere entrato in politica con Berlusconi.

Eppure le differenze ci sono eccome: ognuno ha un suo modello di città, sono divisi su tutto o quasi, dalle infrastrutture allo sviluppo del porto, da come si raddrizza il trasporto pubblico a come va organizzata la politica delle aree blu, dalla gestione dell’Imu alla salvaguardia urgente del rio Fereggiano.

Ma su una cosa sono simili: lo stile genovese, il grigio e il blu che non devono scuotere l’habitat in cui i due professori vivono e operano. Stoccatine con mezzo sorriso ironico sulle labbra, e se qualche scivolata c’è stata sia chiaro non è personale, ma semmai degli staff! Boh? Davanti alle telecamere sono tesi. Si avverte, probabilmente, anche la fatica di una campagna elettorale che li ha fatti girare come trottole tra mercati (nei quali francamente nessuno dei due sembra trovare il suo ambiente naturale) e sale di associazioni, dalle bocciofile ai club dei notabili genovesi.
 
Alla fine una battuta sembra sintetizzare e concludere il faccia a faccia di Primocanale e del Secolo XIX. La lancia Musso e Doria fa sì con la testa: “Chissà, fra qualche anno quando concluderemo la nostra carriera universitaria tutti e due sorrideremo pensando a questi giorni e a queste ore”: Proprio così: sorrideranno. Davanti a una tazza di thé con i biscottini