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Tre medaglie per l'Italia ma soprattutto lo shock legato ad Alex Schwazer. La spedizione azzurra a Londra si macchia col doping e travolge uno dei volti di spicco della squadra italiana: "Ho sbagliato, la mia carriera è finita" ha detto il marciatore che sabato non parteciperà alla 50 chilometri in cui trionfò nel 2008.
 
Un altro passo indietro, mentre la nostra inchiesta sulle spese legate all'Olimpiade prosegue. Sono tanti i tonfi degli atleti azzurri, su tutti il disastro del nuoto rappresentato dalla strapagata Federica Pellegrini.

Vincere una medaglia a Londra dovrebbe essere il sogno di ogni sportivo, a prescindere dai guadagni economici che ne derivano. In Inghilterra la pensano così, tanto che il comitato olimpico britannico non ha messo in piedi nessun tipo di incentivo per gli atleti medagliati che in caso di vittoria porteranno a casa un francobollo con la propria faccia disegnata sopra, prodotto la notte stessa della vittoria e messo in vendita il giorno dopo. E in Italia? Secondo quanto riferito dal Sunday Times il nostro paese si allinea invece alla corrente di pensiero di molte altre nazioni e ha messo da parte un'altra volta la crisi. Il comitato olimpico italiano infatti col suo programma di incentivi è molto generoso nei confronti dei propri atleti, anzi uno dei comitati più generosi: in caso di vittoria un azzurro si porta a casa l'oro ma soprattutto una cifra vicina a 150 mila euro, 10 volte di più di un australiano o di un tedesco e quasi 9 volte in più di uno statunitense.

E l'Italia così in fatto di spese legate all'Olimpiade si difende molto bene e resta nella top ten dei paesi più generosi. Ad affiancarla ci sono Russia e Malesia, mentre il confronto con inglesi e americani mette quasi in imbarazzo.