cronaca

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Don Angelo, missionario salesiano confessore di Madre Teresa di Calcutta, da 50 anni è impegnato in Africa a scavare pozzi d'acqua, piantare migliaia di alberi, aiutare e salvare centinaia di ragazzi di strada.


Chi incontra don Angelo Regazzo, 70 anni appena compiuti, da oltre mezzo secolo missionario salesiano prima in Thailandia e poi in Africa, capisce subito di trovarsi di fronte una persona speciale. Chi ha studiato o frequentato gli oratori salesiani automaticamente e naturalmente addirittura  ha quasi l'impressione di ascoltare la voce di Don Bosco.


Anche fisicamente don Angelo, nato a Vigonza, nel padovano, da sempre terra ricca di suore e religiosi, assomiglia a Don Bosco. La vita di don Angelo è sempre stata vissuta per aiutare gli altri. I più poveri, i dimenticati, gli invisibili. "Il Signore - ripete - mi ha chiamato quando avevo 8 anni e mezzo, quando la maestra per la prima volta mi mostrò la foto di un bimbo di colore raccontandomi la sua vita difficile in Africa".  A soli 16 anni Angelo Regazzo parte in missione in Thailandia. Nello Yemen incontra Madre Teresa di Calcutta. Rimane con lei, diventa suo confessore, lavora con le sue suore tra la gente e nei paesi più poveri e dimenticati del mondo. Poi l'Africa, Eritrea, Etiopia.

Don Angelo fonda scuole tecniche, insegna lavori manuali, migliaia di bambini imparano a leggere, a scrivere,  ragazzi, ragazze, uomini, donne piano piano diventano falegnami, meccanici, cuochi, possono cercare lavoro, cominciare a guadagnare, sentirsi persone, avere una dignità, pensare ad un presente e ad un futuro diverso, più umano.


Nella regione del Tigrè don Angelo nel corso degli anni pianta quasi 2 milioni di alberi, scava più di 40 pozzi in altrettanti villaggi che non avevano mai avuto una goccia d'acqua. Lavora notte e giorno, porta speranza, solidarietà aiuti concreti, evangelizza. Molti giovani abbracciano la fede, diventano salesiani, suore. Don Angelo dove arriva getta semi preziosi per la popolazione, ma pericolosi per chi comanda quelle terre, sfrutta quella gente. Come sempre viene giudicato "pericoloso", allontanato, cacciato via. Lui però non si arrende mai, si trasferisce in altre zone africane dove c'è bisogno della sua opera, del suo coraggio, dei suoi progetti. Porta la sua esperienza, la sua fede dove c'è bisogno.


Dieci anni fa cade in un agguato: bande armate lo aspettano, con i mitra falciano l'auto su cui viaggia, pallottole gli frantumano le gambe. Sopravvive per miracolo, viene operato, trasferito con un aereo immediatamente in Italia, una lunga degenza negli ospedali. Appena si regge in piedi vuole tornare in Africa, alla sua missione.


Raggiunta l' Etiopia questa volta si dedica all' aiuto dei ragazzi di strada, giovani di 13, 16 anni che vivono nei tombini, nelle fogne, più come animali che esseri umani. Si cibano con quello che trovano nella spazzatura, tra i rifiuti delle strade. Ragazzi e ragazze che non hanno mai avuto una famiglia, abbandonati appena nati, analfabeti, violenti, per sopravvivere costretti a rubare, aggredire, odiare tutto e tutti. Aiutarli, convincerli a fidarsi di qualcuno è difficilissimo, quasi sempre impresa impossibile.

Don Angelo, grazie alla sua fede incrollabile, alle parole, all'insegnamento di Don Bosco e di Madre Teresa non si arrende mai. Più l'impresa è ardita ed impossibile e maggiore è il suo impegno. Risultato? Con grande sacrificio e grazie all'aiuto di molte persone generose italiane e di mezza Europa don Angelo è riuscito a costruire un villaggio, una scuola, laboratori, alloggi ed assistenza per ben 120 ragazzi di strada. Per molti si tratta, senza esagerare, di un miracolo.


In questi giorni Don Angelo si trova in Italia, in Liguria, a Taggia, ospite di amici. Fisicamente ha grossi problemi. L'intervento chirurgico alle gambe spezzate una decina di anni fa dalle pallotte del mitra di chi lo voleva morto gli ha lasciato conseguenze serie. La destra si gonfia all'improvviso, ha grosse difficoltà a camminare, rischia emboli letali. Probabilmente a tempi brevi dovrà essere rioperato a Roma. Lui però non si arrende, anzi non vede l'ora di tornare in Etiopia, dai suoi ragazzi di strada. Grazie ad internet è in costante contatto con loro e con tutti i benefattori. Scrive in continuazione e mail, tiene informati tutti su quello che fa in Africa, successi e delusioni. Ringrazia, prega per tutti. Un religioso straordinario, un missionario che ama come Papa Francesco i poveri, che da sempre lavora per aiutare i deboli, che vive perchè anche i più sfortunati ed emarginati sorridano, abbiano speranza e fiducia.

Don Angelo non chiede nulla, sa che la divina Provvidenza non lo abbandonerà. Lo facciamo noi per lui, se qualcuno volesse dargli una mano può farlo, questa è la sua e mail: .