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di Luigi Leone
Il crollo del ponte Morandi, 14 agosto 2018

Definizione del termine “persona” dal vocabolario Treccani: “Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale e simili, considerato sia come elemento a sé stante, sia come facente parte di un gruppo o di una collettività”. Sono andato a sfogliare subito il tomo, quando ho saputo che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva sì firmato la legge sui ristori per le vittime del ponte Morandi, ma inviando una lettera al Parlamento affinché correggesse gli errori che potrebbero dare vita a delle discriminazioni.

Una impropria ingerenza

Mi sono domandato: perché la politica deve interferire nella vita dei cittadini e quindi stabilire che quelli sposati (tra uomini e donne) hanno più diritti di quelli che stanno insieme in forza di un’unione civile (il più delle volte tra con-sessuali)? Questa cosa proprio non riesco a mandarla giù.
Intendo dire che non si può fare battaglia partitica su qualcosa che appartiene al privato delle persone e che spesso è un privato problematico, persino doloroso. Non so se esistano dei casi, perché francamente la cosa neanche mi aveva sfiorato nel pensiero, però non può essere che alla tragedia di essere parente di una vittima del Morandi si aggiunga la beffa atroce della discriminazione per una questione di cui l’istituzione pubblica neanche dovrebbe occuparsi.
Basterebbe trattare tutti da “persona”. Ecco perché sono andato a cercare la definizione. Poi, mentre ragionavo su questo, ho sentito che tutte le forze politiche hanno unanimemente osservato: “Nessun problema, rimedieremo all’errore secondo l’indicazione del Quirinale”. La stessa affermazione è venuta anche da quei partiti che ritengono giusto, invece, ingerirsi nelle questioni che dovrebbero appartenere alla sfera del personale.


I perché di leggi scritte male

Allora mi sono posto un’altra domanda: com’è potuto accadere che la legge sui ristori per il crollo del Morandi sia stata scritta così male? Le risposte possibili sono due. La prima si riferisce ad un fatto grave: coloro che stanno in maggioranza fanno ora ipocritamente ammenda, tuttavia ci hanno provato a imporre la loro visione delle cose, tanto che un emendamento del Pd è stato bocciato. Dopo che Mattarella li ha sgamati, sollevando una questione di incostituzionalità, si dichiarano pronti a rimediare.
La seconda risposta si riferisce ad un fatto non grave, bensì gravissimo: i tecnici che abitualmente affiancano i politici nella stesura delle norme, vigilando anche di non violare la Costituzione o le altre leggi, se ne sono stati ben zitti, facendo fare all’intero Parlamento una figura barbina.

Un problema che va risolto

Ora, io non so che cosa sia davvero accaduto, quindi non sono in grado di individuare una o più responsabilità. Osservo, però, che non è la prima volta che accade. Dunque, abbiamo un problema. Del quale deve occuparsi la politica: o rivedendo di corsa i propri comportamenti oppure tirando le orecchie (eufemismo) a chi non fa bene il proprio lavoro. E di conseguenza impedisce agli altri di fare al meglio il loro.
Di sicuro non possono andarci di mezzo le persone. Men che mai quelle che in seguito al crollo del Morandi ne hanno già subite e viste di tutti i colori. Oltre a vivere un dolore che non potrà avere fine.

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