
Ieri c'è stata la dura presa di posizione da parte del sindaco di Genova Marco Doria che ha dichiarato: "Il governo Letta è stato molto silenzioso, troppo silenzioso, sul futuro di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts, una vicenda che ha un'importanza assoluta per l'industria nazionale. Lasciare la decisione sul futuro delle nostre aziende soltanto a un gruppo che legittimamente guarda ai suoi equilibri di bilancio mi è sembrato molto riduttivo. Spero ancora di sentire indicazioni chiare dal governo".
Intanto il Governo vuole una soluzione italiana attraverso la Cassa Depositi e Prestiti come confermato dal viceministro dell'Economia Stefano Fassina in un'intervista a Sky 24 dopo le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi sul futuro delle società civili del gruppo Finmeccanica. "Vogliamo una soluzione - ha spiegato Fassina - che attraverso Cassa Depositi e Prestiti consenta alle tre Ansaldo unite, di rimanere in modo trasparente sotto il controllo italiano, con la ricerca di un partner industriale".
Scettici i sindacati. Bruno Manganaro (Fiom) a Primocanale: "Non si capisce che cosa sta succedendo nel governo, quelle di Fassina sono le parole di un vice ministro, ma è chiaro che sul tema ci siano tensioni. E quindi quanto dice Fassina non ci convince. L'intervento di Cassa Depositi e Prestiti? Sarebbe un disastro separare civile da militare - ha concluso Manganaro - quindi non siamo per tenere tutto assieme. La Cassa sarebbe una mediazione, ma l'importante è che la maggioranza resti italiana".
IL COMMENTO
Salis contro Piciocchi, analisi a distanza
Salis, quanto conta la bellezza in politica?