politica

1 minuto e 45 secondi di lettura
"Io mi fido del Pd e il Pd ne esce solo come una squadra unita. Se non portiamo a casa questo passaggio salta l'Italia e l'Italicum. Non salta solo una leadership ma tutto". È l'appello all'unità del Pd che Matteo Renzi ha rivolto all'assemblea dei deputati alla vigilia del voto sulla legge elettorale.

La legge elettorale, ha proseguito, è frutto di un accordo tra alcuni partiti e "non può essere modificata in modo unilaterale". La riforma è "innovativa perché dà certezza sul bipolarismo, mette fine a coalizioni litigiose e la sera si sa chi ha vinto". Il segretario del Partito Democratico ha poi toccato il tema del governo. "All'esigenza di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con un emendamento. La domanda è: il governo così com'è aiuta le riforme o no?". Quindi l'annuncio. "Non c'è un problema tra Pd e governo, noi siamo sempre stati leali", ma il tema "è politico e per questo chiedo di anticipare al 13 la Direzione".

"C'è bisogno di un approfondimento in sede politica. Decidiamo se la batteria di questa legislatura va cambiata o ricaricata. Il punto è se è nelle condizioni di utilizzare l'81% dell'energia che le rimane davanti dopo che ha utilizzato il 19% della barra vita". Usando la metafora di un videogame Matteo Renzi pone dunque della discussione sul governo "nelle forme che decideremo con il presidente del Consiglio".

Il relatore della legge elettorale Francesco Paolo Sisto (FI) ha intanto presentato al comitato dei nove della commissione Affari costituzionali tre suoi emendamenti che definiscono ''il meccanismo di assegnazione dei seggi nel rapporto tra il voto e la rappresentanza''. Le bozze di modifica recepiscono anche le nuove soglie concordate da Renzi e Berlusconi: il 37% per il premio di maggioranza e il 4,5% come soglia di sbarramento per i partiti in coalizione.

La sinistra, stasera si riunirà in assemblea con il segretario Matteo Renzi. Sono intanto circa 450 gli emendamenti alla riforma elettorale presentati in Aula alla Camera dai deputati dei vari gruppi.