
C’è un piccolo episodio che conferma questa mia opinione: quando ha dovuto scegliere se restare a servire la Liguria sul territorio o andare a Roma a fare il parlamentare, ha scelto di restare. Udite udite! Rixi credo sia uno di rarissimi casi (non ne ricordo altri) di un politico locale che ha rifiutato di diventare politico nazionale con tutti i benefici che (soprattutto allora) questa trasferta nella Capitale avrebbe comportato.
Rixi ha dimostrato a tanti suoi colleghi (soprattutto della sinistra) che più della carriera e della super-cadrega vale il patto con gli elettori.
Troppo poco per sostenere che la scelta del consigliere regionale come candidato del centro destra sarebbe opportuna? Beh, fino a un certo punto. Se non altro dimostra che si può cambiare tutto nella vita, per esempio opinione e soprattutto opinione politica o partitica. Votando anche in modo flessibile perché il mondo cambia giorno dopo giorno (chi non lo fa è soltanto un imbecille) ma alcuni principi se ci sono è bene conservarli e rafforzarli. Il patto con gli elettori è uno di questi principi che si può disdettare soltanto in casi molto gravi. Rixi lo ha mantenuto. Dunque parte bene.
L’incognita è nei dirigenti berlusconiani: saranno così maturi da capire che, dopo la catastrofe emiliano-calabrese, le chances sono ridotte al lumicino?
IL COMMENTO
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