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D’accordo, Bertolacci non sarà Nasri e Roncaglia Zabaleta, ma perché il Genoa non può pensare di battere la Roma proprio come ha fatto il Manchester City? Non siamo diventati pazzi stiamo parlando di due mondi diversi, la Champions e il campionato, investimenti, traguardi e stimoli che non si possono paragonare, ma il gioco sì. E allora partiamo dal pressing dal ritmo che ha messo in difficoltà i giallorossi e annichilito il Pupone.

Se il Grifo lo mette in campo come ha fatto spesso e la Juve se lo ricorda bene, la squadra di Garcia può andare in tilt. Aggredire per non farsi aggredire anche perché tra gli alti e bassi della Lupa c’è chi non si tira mai indietro. E allora attenzione a due che non mollano come il belga Nainggolan e l’ivoriano Gervinho due moti perpetui che Burdisso e compagni dovranno bloccare per far sì che il Ferraris non diventi una savana giallorossa.

Il Ninja e la pantera nera eccoli i veri pericoli assieme all’ex enfant prodige Ljajcic, ma anche Garcia avrà il suo bel da fare per fermare El Monito, soprannome di quel Diego Perotti che a Genova è diventato il nuovo e unico Diego della Gradinata. E poi il Falque e il Matri senza dimenticare gli inserimenti di Kuko Kucka. E allora come si batte la Roma? Non basta andare troppo lontano nella storia, basta chiedere al greco Fetfazidis. A maggio fu lui a chiudere il campionato rossoblù con il gol del successo con i giallorossi. Ma domenica sarà un’altra storia.