
L'attenzione a questi temi, tutt'altro che secondari, dovrebbero metterla anche i governanti regionali o nazionali. Qui nelle festività tra 2014 e 2015, l'ultima sconfitta dello Stato sociale e del buon senso: dopo 140 anni di attività a conduzione familiare ha chiuso l'unico negozio di commestibili: "Impossibile andare avanti" commenta il titolare, Lino Brinzo. La serranda è chiusa dal primo gennaio a Cassingheno. Impossibile andare oltre.
Resta un pulmino che due volte a settimana porta anche la gente di Fascia e Carpeneto nel fondo valle tra Montebruno e Rovegno per fare la spese. Ma non è quella la ricetta. Non può essere quella. I residenti non ci stanno: "E' un disastro, lo sarà ancora di più d'estate quando arriveranno i villeggianti. Ma forse non verranno più" dice Maria Rosa Isola, memoria del posto. L'ultimo omaggio dello Stato a Cassingheno è stato una visita fiscale e una verifica dello studio di settore.
La risposta di Fascia, questa. Serranda sbarrata. L'unica nota d'ottimismo, lassù, arriva da Silvia: poco più di 30 anni, un diploma in lingue straniere e la decisione poi di preferire gli asini a Londra, Mosca o Dubai. Con i suoi genitori ha aperto una macelleria agricola con annesso agriturismo: "Vendiamo la carne che alleviamo noi". Ma per il commestibili, no. Non è più tempo. Lo Stato, il buon senso, noi tutti abbiamo perso ancora una volta. E quando lo scopriremo sarà troppo tardi.
IL COMMENTO
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