
Fino alla svolta avvenuta ieri sera, con il fermo di un sospettato condotto in Questura e messo sotto torchio dagli investigatori della squadra mobile. Quando l'uomo ha capito di essere stato ormai scoperto è crollato e ha confessato tutto con una motivazione che ha lasciato allibito il magistrato che lo stava interrogando: "Ho sparato al benzinaio dopo avere litigato con lui sul prezzo del pieno".
Il Pm Ennio Petrigni, che ha condotto le indagini coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, ha contestato l'aggravante dei futili motivi all'omicida la cui identità non è stata resa nota. Secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di un pensionato. Gli investigatori sono riusciti a identificare l'assassino dopo avere visionato le immagini degli impianti di videosorveglianza di numerosi negozi della zona. Attraverso le immagini è stato possibile risalire prima alla targa dell'utilitaria che aveva effettuato il rifornimento e poi al suo proprietario. Prove schiaccianti, che hanno inchiodato l'assassino alle sue responsabilità tanto da convincerlo a confessare. L'omicidio del benzinaio era subito apparso "anomalo". L'ipotesi di un sanguinoso tentativo di rapina, magari da parte di qualche balordo, aveva perso ben presto consistenza proprio sulla base delle immagini dell'omicidio.
Gli inquirenti avevano scandagliato anche la pista mafiosa, visto che il proprietario del distributore è fratello di Francesco Nangano, ucciso il 16 febbraio 2013 a Palermo dopo essere stato scarcerato e assolto dall'accusa di essere un esponente di Cosa Nostra. Ma proprio la dinamica dell'agguato aveva portato la Procura a scartare questa ipotesi, visto che difficilmente un killer di mafia entra in azione da solo e a bordo di una utilitaria. Fino alla svolta di ieri sera, con l'arresto dell'assassino e la scoperta dello sconcertante movente.
IL COMMENTO
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