Si deciderà tutto nei prossimi giorni: se il Governo troverà l'intesa con la Commissione europea, sulle autostrade del Nord Ovest potrebbero essere attivati investimenti per oltre 7 miliardi di euro. Una cifra che rientrava nel piano da 10 miliardi presentato a Bruxelles alcuni mesi fa, all'interno del quale erano inserite anche le infrastrutture del Brennero e le autostrade del Friuli.
Ma cosa serve per far scattare quegli investimenti, molti dei quali ormai improrogabili? E soprattutto chi ci metterà i soldi? La strada individuata dall'esecutivo di Matteo Renzi è quella del prolungamento delle concessioni autostradali in cambio della promessa di avviare i lavori da parte dei gestori. Una strada che la Commissione europea potrebbe però contestare se i tempi del prolungamento fossero troppo lunghi rispetto alle cifre impegnate, o se le garanzie dei gestori non fossero considerate più che solide.
Insomma: niente prolungamento senza la certezza che i cantieri partiranno. In Francia una strada simile è stata già percorsa individuando in 6 anni il tempo limite di proroga. La squadra di Delrio si starebbe muovendo su questa linea, preferendola a quella dell'aumento dei pedaggi. L'ipotesi che il governo possa trovare i soldi per finanziare i lavori, poi, non è neppure presa in considerazione.
Giampedrone: “Prolungamento è la strada giusta” - Fonti del ministero dicono che la risposta di Bruxelles al piano di Roma sarebbe imminente e potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, forse il 23 settembre. Prima ci sarà quasi certamente un incontro tra i presidenti delle Regioni e il ministro Delrio, che peraltro il 21 sarà alla Spezia per fare il punto sui lavori sull'Aurelia. “La partita delle concessioni è in mano al Governo – commenta Giacomo Giampedrone, assessore alle Infrastrutture della giunta Toti – Noi non abbiamo fatto mistero di trovare ragionevole la strada del prolungamento delle concessioni in cambio di investimenti certi da parte dei concessionari. Un'altra cosa necessaria sarebbe quella di riallineare la scadenza di tutte le concessioni per consentire una programmazione migliore degli interventi”.
Una linea, quella della Regione, che aveva suscitato forti polemiche da parte dell'opposizione in Consiglio, che accusava il centrodestra di voler fare un regalo ai concessionari autostradali. “La verità è che a oggi gli investimenti sono fermi e vanno sbloccati – replica Giampedrone – l'altra verità è che lo stesso Governo individua nel prolungamento delle concessioni la strada per far partire i lavori”.
Gronda, ma non solo – Nei 7,5 miliardi di investimenti che il governo spera di poter sbloccare nelle regini del Nord Ovest c'è certamente la Gronda di ponente, che al momento resta ferma al palo. L'esecutivo però dovrà chiedere garanzie ai concessionari anche sul fronte della messa in sicurezza delle autostrade liguri, che in molti tratti non rispettano gli standard di sicurezza europei.
Il piano ligure delle priorità – Intanto è quasi completato il piano delle priorità della Liguria, chiesto da Delrio e in fase di elaborazione finale. In prima posizione Gronda e Terzo Valico, ma anche la progettazione della nuova diga del porto di Genova. “E' la revisione del vecchio Piano obiettivo – spiega Giampedrone – solo che in questo caso si inseriscono solo le opere strategiche, peraltro suddivise anche in funzione del tempo necessario all'avvio dei lavori”.
La novità: documento comune per il nord ovest - La novità della giornata di oggi sarà l'annuncio di un documento comune tra Liguria, Lombardsia e Piemonte da presentare a Delrio. Una sintesi dei rispettivi piani delle priorità regionali che elenchi le infrastrutture considerate strategiche per tutta l'area. Ci saranno certamente il Terzo Valico, le autostrade milanesi e quelle del ponente ligure, ma anche la nuova diga del porto di Genova.
Infrastrutture in primo piano a Expo – Gronda, autostrade, ma anche porti e ferrovie: tutti temi che sono al centro di un confronto a Expo, organizzato in occasione della settimana della Liguria. Al tavolo ici saranno i presidenti delle tre Regioni, Toti, Maroni e Chiamparino. Non è escluso che approfittino dell'occasione per limare la strategia nei confronti di Delrio, che potrebbero incontrare molto presto.
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Grandi opere, ecco come arriveranno i soldi per la Gronda
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