
"Un'azienda per rimanere sul mercato in questa provincia, che è un piccolo quartiere di Milano, deve pagare tutti. Con "tutti" intendo dire: fornitori, operai, contributi e chiunque avanzi una lira", sottolinea a Primocanale Ghilardi. "E' mia abitudine chiedere una volta al mese se abbiamo pagato tutti. Il riferimento mio a pagare tutti è a pagare tutti i fornitori, tutti gli operai e tutti gli impegni che abbiamo".
"Mi piacerebbe sentire il contesto di questa intercettazione", afferma il fondatore della Idroedil, secondo il quale esiste un fatto che di per sè rende improbabile il fatto che lui abbia pagato i potenti di turno per ottenere agevolazioni e privilegi di qualsiasi tipo. "Se avessi pagato qualcuno - afferma Ghilardi - non avrei ottenuto 67 proroghe, ma avrei ottenuto l'impianto definitivo", dichiara l'imprenditore, che denuncia lo scorso coraggio della politica che nel corso degli ultimi 40 anni ha bocciato alcuni suoi progetti di impianti definitivi cha avrebbero, a suo dire, evitato la situazione attuale.
Ghilardi ricorda che il tema rifiuti è politico riguardi principalmente la politica e afferma che, se qualcuno ritiene che sia lui il problema, è pronto a farsi da parte. "Ai politici dico: a casa mia produco un chilo di spazzatura, il problema è vostro e non mio", afferma Ghilardi. "Dico ancora adesso che, se il Lotto 6 dà fastidio e non si vuol fare, pagatemi quello che mi dovete e io mi tiro da parte".
L'imprenditore spiega anche la propria decisione di lasciare gli incarichi all'interno dell'azienda. "Uno dei motivi per cui ho dato le dimissioni è che sono stanco di contribuire alla pubblica amministrazione. Ho buttato via qualche milione per risolvere il problema. Non mi hanno mai ascoltato e, prima di darmi una proroga, hanno sempre fatto le gare esplorative. Ho fatto il tappabuchi per quarant'anni", conclude Ghilardi.
IL COMMENTO
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