
Dei due episodi che danno l'input alla Salvatore, il più significativo durante il 120esimo anniversario della Camera del Lavoro genovese. "Ampie frange di sindacato hanno alzato i tacchi e abbandonato la Sala del Maggior Consiglio, in estremo segno di dissenso contro chi, in 4 anni, è riuscito nell’impresa di sfasciare il servizio pubblico genovese, da Amt a Amiu a Iren, con un copione indistinguibile dagli “acerrimi amici” del centrodestra", riporta la consigliera.
'Serve una visione rivolta al futuro, altrimenti si rischia davvero di vedere un aumento di disoccupazione e precarietà, in particolare giovanile ma non solo, e/o di abbandono della nostra città in cerca di lavoro altrove', scriveva Doria nel suo programma del 2012. "Esattamente quello che ci lasciano in eredità 4 anni di (non) governo di Doria, più attento ad accontentare le lobby e rincorrere il Pd. Ma il 'fenomeno' Doria non era nato proprio in alternativa al Partito Democratico?", continua la Salvatore.
Conclude la pentastellata: "L’ultima maschera di Doria diventa così quella della pedina del potere, spostata a piacimento dai colonnelli del Pd sulla mappa di un risiko che i cittadini non capiscono più, lontano anni luce dai problemi che continuano ad attanagliare Genova: disoccupazione a livelli record, zero tutela del territorio e dissesto idrogeologico, imprese che chiudono o fuggono all’estero, trasporti disastrosi, degrado e illegalità diffusi. Alla faccia della rivoluzione arancione"
IL COMMENTO
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