
Capopartito, guru, difensore degli emarginati, censore della partitocrazia e politico navigato, alfiere dei diritti individuali e inventore della disobbedienza civile: Pannella è stato tutte queste cose e molte altre ancora. Uno capace di attirare tra i radicali i giovani contestatori degli anni settanta e poi, vent'anni dopo, di allearsi con Berlusconi. Ma nessuno direbbe che è stato un voltagabbana. Per lui l'importante era far vincere le sue idee.
Certo non è stato un politico convenzionale: farsi arrestare per aver fumato uno spinello in pubblico (successe nel 1975) non è da tutti. Anche la sua vita privata è stata fuori dagli schemi: "Sono legato da 40 anni alla mia compagna Mirella, ma ho avuto tre o quattro uomini che ho amato molto. E con lei non c'è stata mai nessuna gelosia".
Nessun figlio dalla moglie; ma forse più d'uno, per sua stessa ammissione, sparsi in giro per l'Italia, frutto dei suoi amori giovanili. I successi li ha costruiti con due armi: le sue parole e il suo corpo. Era lui il "signor Hood" di una canzone che gli aveva dedicato Francesco De Gregori: "con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole".
IL MESSAGGIO DI TOTI - "Una vita per i diritti civili e per mille battaglie. Ciao, #MarcoPannella". Così sui social il presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi ricordando la figura di Marco Pannella.
IL COMMENTO
Le strade dei “ragazzi partigiani” che raccontano gli eroi del 25 aprile
Ti ricordi Sergio Castellaneta, un anticipatore populista e non solo