
Nel fascicolo dell'inchiesta principale si parla di oltre 400 persone morte "per cause attribuibili alle emissioni della centrale, quale causa esclusiva o come concausa prevalente" tra il 2000 e il 2007. Per la procura la centrale avrebbe causato anche "tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012".
Dal marzo del 2014 i gruppi a carbone della centrale sono sotto sequestro per violazioni di limiti delle emissioni imposti dall'Aia e nei giorni scorsi la società ha dichiarato che non intende investire per rimetterli in funzione. Anzi, ha annunciato la conversione delle aree per favorire l'insediamento di nuovi soggetti industriali. E oggi sono cominciati i sopralluoghi da parte dei tecnici di una ditta specializzata incaricata da Tirreno Power.
Per quanto riguarda il reato di omicidio colposo, il vero e proprio nodo giuridico è stato rappresentato dalla difficoltà nel sostenere l'accusa nei confronti di 23 indagati, tra i quali i vertici dell'azienda, gli ex sindaci di Vado (Carlo Giacobbe) e Quiliano (Nicola Isetta), il dirigente della provincia Vincenzo Gareri e della Regione Gabriella Minervini, senza l'identificazione delle presunte vittime. A sostegno del lavoro dei magistrati savonesi potrebbe arrivare il dossier preparato dagli esponenti dei comitati anti carbone - in particolare dai medici di Medicina democratica - puntato su almeno un centinaio di cartelle cliniche di cittadini deceduti, secondo i tecnici di Md, per cause legate alle emissioni.
IL COMMENTO
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