porti e logistica

In attesa del decreto legislativo del ministro Delrio
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La Commissione 8a del Senato ha approvato nei giorni scorsi il parere allo schema di decreto legislativo su autorità portuali. Dall'analisi del testo, emergono alcuni elementi che - se recepiti dal governo - potrebbero rappresentare un cambio di passo per il sistema portuale italiano.

Tra questi, spicca l'osservazione che "consente alle Autorità di sistema portuale (AdSP)di assumere solo partecipazioni societarie di minoranza in iniziative finalizzate alla promozione di collegamenti logistici e intermodali".
Una prospettiva completamente diversa rispetto alla realtà attuale, dove molte Autorità possiedono quote anche di maggioranza e anche in società non legate alla promozione di collegamenti logistici e intermodali.

Un'altra osservazione di rilievo è la numero 12, che raccomanda che "l'affidamento in concessione delle aree demaniali e delle banchine comprese nell'area portuale avvenga sempre procedure di gara ad evidenza pubblica, in conformità alla disciplina dell'Unione europea". Una questione che, in teoria, esula dallo schema del provvedimento in esame, ma su cui la Commissione 8a si è voluta soffermare per l'importanza che questo tema ricopre nello sviluppo del sistema portuale italiano.

Su questo fronte molto si deve alla battaglia del senatore Maurizio Rossi (Gruppo Misto - Liguria Civica), che ha visto accolte nel parere molte delle segnalazioni che aveva effettuato nel corso delle precedenti sedute. Tra queste, proprio quella che riguarda l'affidamento delle concessioni portuali mediante gara ad evidenza pubblica. "Il futuro del sistema portuale italiano - ha detto il senatore - passa per uno sviluppo sano dei porti, all'insegna della trasparenza e della competizione: non si può quindi accettare la richiesta di assegnare le banchine e le aree portuali in concessione per decenni e decenni, senza alcune forma di evidenza pubblica o di confronto competitivo delle offerte". Rossi ha citato in particolare il caso di Genova, dove - ha dichiarato - "vi sono forti spinte corporative".

Per quanto riguarda il riferimento alla disciplina europea che esclude il settore dall'applicazione della direttiva sulle concessioni, il senatore ha precisato "che ciò dipende dal fatto che negli altri Paesi dell'Unione europea le banchine e le aree portuali sono proprietà privata delle società di gestione dei porti che le possono vendere o affittare. In Italia, invece, si tratta di aree demaniali che possono essere affidate solo in concessione. Pertanto - ha concluso Rossi - la normativa europea che dovrebbe essere applicata al caso italiano è quella della cosiddetta direttiva Bolkenstein".