Da una parte la civiltà della protesta dei lavoratori di Ericsson, che hanno manifestato il loro disagio senza procurarne ad altri. Dall'altra la lontananza, fisica ma anche ideale, del ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda da uno degli eventi crocevia della ripresa economica italiana. Sono queste le due notizie della giornata d'apertura della 56esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova.
Partiamo dal presidio dei lavoratori davanti alla Fiera, deciso dalla rappresentanze sindacali dopo la situazione di stallo che è andata creandosi nelle ultime ore. Oltre 140 posti più che a rischio soltanto a Genova, 385 tutta Italia. Per protestare hanno scelto la vetrina mediatica più importante, quel Salone Nautico che attira ogni anno su di sé le attenzioni dei media di tutto il mondo. Ma lo hanno fatto con estrema dignità e civiltà, senza bloccare gli ingressi, nella consapevolezza che un atteggiamento diverso avrebbe nociuto ai lavoratori di un settore, quello della nautica, che ha sofferto una crisi profonda negli ultimi anni.
A far da contraltare a questa presenza civile dei lavoratori Ericsson, c'è il peso dell'assenza del ministro Calenda. Quel ministro Calenda che un ruolo nella vertenza Ericsson potrebbe giocarlo, come sostengono da tempo i sindacati, così come in tanti altri problemi che riguardano il capoluogo ligure. Invece niente: all'inaugurazione non si è fatti vedere. Anzi, peggio: da lontano è arrivato l'eco delle sue 'minacce'. In estrema sintesi, Calenda ha lanciato un aut-aut: o Ucina e Nautica Italiana ricuciono lo strappo o il Nautico non verrà più finanziato dal governo. Una presa di posizione che la città fatica a comprendere. Perché chi ama al Nautico e conosce il ruolo che ricopre sullo scenario internazionale non si capacita del motivo per cui dovrebbe essere penalizzato per una lite tra associazioni.
Ma la prima giornata della 56esima edizione del Salone Nautico rimarca anche la distanza di atteggiamento tra il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Doria. Il primo è apparso brillante ed energico, forte anche del recente incontro trilaterale con i presidenti di Lombardia e Veneto. Il secondo ha mostrato invece il suo volto triste e serioso, quello che i genovesi hanno imparato a conoscere nel corso degli ultimi cinque anni. È sceso rapidamente dal palco dopo i saluti di rito. Intorno a lui quella Fiera, oggi in festa, ma che lui ha chiuso senza un progetto. Una Fiera che, finito il Nautico, finirà in abbandono.
Infine, non è passato in osservato il fatto che la festa del Nautico sia partita senza la presenza dei due ministri liguri, Roberta Pinotti e Andrea Orlando, che ancora una volta hanno confermato uno scarso spirito di attaccamento agli appuntamenti che segnano il presente, ma soprattuto il futuro, della Liguria.
porti e logistica
Toti spinge il Salone Nautico, festa al via senza ministri liguri
All'esterno la protesta senza disagi dei lavoratori Ericsson
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