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E' durata circa un'ora la sospensione dei lavori dell'assemblea per l'incontro tra la conferenza dei capigruppo e i lavoratori Fer.Gen, che hanno protestato sugli spalti. Il documento invita Rfi "a garantire anche da subito i biglietti del treno di ritorno dovuti ai lavoratori, a dimostrazione dell'impegno preso con le organizzazioni sindacali e i lavoratori, per onorare la clausola sociale affinché quale che sia la risoluzione della crisi del rapporto tra Rfi e Fer.Gen vi sia il mantenimento di tutti i posti di lavoro attualmente impegnati nel cantiere".
"La causa di tutti i mali è la famosa clausola del massimo ribasso stipulata nel 2009, al momento in cui è stato firmato l'accordo per i lavori del nodo ferroviario. Una grave mancanza da parte delle istituzioni, che già allora dovevano vigilare, per impedire che fossero presi accordi che non potevano essere onorati per servizi di pubblica utilità", dice Alice Salvatore, consigliera del Movimento 5 Stelle in Regione. "Ora bisogna lavorare tutti nella stessa direzione per garantire la prosecuzione di un'opera fondamentale per Genova, per tutelare i livelli occupazionali e la clausola sociale. È necessario altresì un accordo per eliminare una volta per tutte la possibilità di fare appalti al massimo ribasso", conclude Salvatore.
Preoccupazione da parte del consigliere regionale di Rete a Sinistra, Gianni Pastorino: "La stazione appaltante deve garantire il rientro dei lavoratori per il 12 dicembre. Temiamo che il prossimo ponte dell’immacolata si trasformi in un blitz di Fer.gen per la chiusura delle aree, lo sgombero del campo base e l’avvio della procedura di licenziamento. Vista la situazione, i timori sono più che legittimi. L’opera è strategica, non può essere fermata; invece apprendiamo che Fer.gen vorrebbe spendere 5 milioni per la sola messa in sicurezza dei cantieri".
IL COMMENTO
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