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di Matteo Angeli

Se ne va in punta di piedi Sandro Caponnetto, ma lascia dietro di sé il profumo intenso della sua cucina e un'eredità che va oltre i fornelli. Genova perde uno dei suoi protagonisti più brillanti, un uomo che ha saputo trasformare la passione per il cibo in arte, e la ristorazione in racconto.

Classe 1945, madre austriaca, padre siciliano, Caponnetto da calciatore ha girato soprattutto tanti campi del Sud e così eccolo a Reggio Calabria, Sorrento e Cava dei Tirreni. Poi il ritorno a Genova con la sua avventura più fortunata. Le Fate a Genova in zona Foce la sua miglior creatura, tanto da trasformarla da semplice trattoria nel 1983 nell'unica Stella Michelin presente in Liguria.
Ma si sa gli artisti non hanno mai pace e quindi seguiranno le esperienze de “La Champagne” a Boccadasse prima e della versione inglese delle Fate.
Naturalmente Caponnetto non è uno da avviare un’attività in un luogo qualunque lui sceglie la city per eccellenza Londra ma anche qui non si risparmia scegliendo Chelsea.
Poi eccolo a fare un’esperienza in Spagna per poi far ritorno a casa Genova.

Perché il richiamo di Genova è più forte di qualsiasi successo. Così, dopo anni ha riaperto “Le Fate”, questa volta in via Galeazzo Alessi, a Carignamo rilevando un altro locale e mettendoci, come sempre, la sua impronta inconfondibile. Mentre portava avanti la sua passione per la ristorazione eccolo dare via alle sue opere d’arte contemporanea con la resina che unisce oggetti di uso quotidiano. “Ho fatto solo quello che mi piaceva” era solito dire agli amici. A metà tra il carattere di un genovese e quello di un siciliano Sandro sicuramente si è divertito e fatto divertire tanto. Restano le sue battute, il suo modo di fare e le sue opere.

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