
Dalla piattaforma Maersk al terminal Orsero (con riacquisti a prezzi - dicono i bene informati - piuttosto elevati), dall’affaire bitume fino alle proroghe ‘rapide’ sulle concessioni (pubblicate di corsa su giornali locali senza informativa europea) sono solo alcune delle scelte contestabili (e contestate in loco) della vecchia Authority ponentina.
Genova-Savona sarà quindi il porto dei Canavese: Paolo, il fratello, a dirigere Savona e Rino a Genova ad assicurarsi che il Comitato di Gestione ‘non faccia scherzi’ a vantaggio della Lanterna. La guerra però è forte, con Voltri che attacca la piattaforma di Vado e Confindustria Savona che 'risponde con sdegno'.
I terminalisti in sapore di proroga chiedono la diga miliardaria per ampliare i loro traffici, ma ci sono molti più terminal contenitori di quelli che servono e il futuro non promette nulla di buono. Integrazione e visione strategica significano una nuova programmazione in vista delle prossime concessioni che scadono dal 2020.
Genova come città a vocazione turistica, ad esempio, avrebbe ben più bisogno di un nuovo terminal crociere per incrementare in modo esponenziale l’arrivo di turisti. Per i container invece deve essere firmata rapidamente la concessione di Calata Bettolo per far partire lavori e investimenti.
Forse non è un caso se i nomi fatti finora per la governance del porto sono quelli di anziani manager che hanno segnato la strada del vecchio sistema portuale. Un sistema condizionato fortemente da lobby e conflitti di interesse, ormai è storia. Non ha alcun senso, ed è un segnale molto negativo per Genova e Savona che a comandare siano sempre gli stessi: un intero territorio condannato a subire posizioni di rendita e rapporti privilegiati.
Oltre a Savona, anche la Regione ha indicato il suo nome per il board: un professore di 39 anni sembra una scelta corretta e rispettosa. Resta ancora vuota la casella di Genova. Il sindaco Marco Doria deve indicare chi inserire nel Comitato di gestione dell’Autorità di sistema. E lo stesso sindaco deve ricordare che può solo ‘indicare’ anziché ‘nominare’ (come spesso si legge in giro).
Un distinguo sottile ma fondamentale, visto che le nomine spettano esclusivamente al presidente dell’Authority Paolo Emilio Signorini. L’unico che può assumersi – a norma di legge - la responsabilità sulle valutazioni di curricula, conflitti d’interesse e verifica della comprovata esperienza in ambito marittimo portuale.
IL COMMENTO
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