
Ma in che cosa dovrebbe consistere questo scrollone? Qui c'è poco da esercitare la fantasia. Anzi, non c'è alcuna esigenza di "inventarsi" temi, tattiche e strategie. Ciò che bisogna fare è sotto gli occhi di chiunque sappia non solo vedere, ma anche guardare: restituire a Genova un minimo di decoro urbano; stabilire una volta per tutte il destino di società partecipate cruciali quali Amt e Amiu, mettendo in sicurezza sia i servizi (trasporto e rifiuti) sia l'occupazione di queste aziende; creare le condizioni, in termini di sburocratizzazione dei processi comunali e destinazione delle aree, affinché le imprese possano restare in città e ad esse se ne aggiungano di provenienti da fuori; lavorare con Regione Liguria e soprattutto governo per consentire l'avvio dei lavori della Gronda, superando veti ideologici e questioni di interesse (vedi alla voce Autostrade per l'Italia); costruire una più stretta sinergia fra Genova e il suo porto, andando oltre gli asincronismi attuali per cui le due entità sembrano reciprocamente dei corpi estranei.
Sono, quelle indicate, questioni che hanno un loro intrinseco indice di difficoltà, ma non costituiscono affatto un libro dei sogni. Rappresentano il nucleo di un programma amministrativo che, poi, può certamente essere arricchito. Tuttavia, sarà bene distinguere fra l'indispensabile e il superfluo. O il di più, se si preferisce. Mischiare le cose, però, non si può. L'errore sarebbe imperdonabile. Perché Genova non ha altro tempo da perdere.
IL COMMENTO
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