Il Consiglio d'amministrazione della Fondazione Teatro Carlo Felice, presieduto dal sindaco Marco Doria ha approvato il bilancio preventivo 2016/2017. Il Teatro, come è noto, versa in una situazione difficile tanto che a inizio stagione lirica, è stata tagliata l'opera 'La Rondine' di Puccini prevista per l'inaugurazione.
Ulteriori assestamenti sono stati effettuati, ritoccando il numero delle recite. Tutto è comunque legato all'arrivo da Roma del finanziamento previsto dalla legge Bray, finora sempre rinviato dal Ministero.
Secondo quanto appreso però il decreto per sbloccare i 13 milioni previsti dalla legge 'salva Fondazioni' sarebbe stato firmato. L'eventuale contributo non risolverebbe tutti i problemi della Fondazione genovese, che sono strutturali, ma darebbe un po' di respiro e consentirebbe di affrontare la crisi comune a quasi tutte le Fondazioni con maggiore serenità.
cultura
Fondazione Carlo Felice, bilancio ok: in arrivo i fondi della legge Bray
Ritoccato il numero delle recite in attesa dei 13 milioni
38 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Mercoledì 13 Novembre 2024
People - Quarant'anni di Gigi Ghirotti al fianco di chi soffre
Mercoledì 13 Novembre 2024
Libri e idee - Una Liguria storica e polisensoriale
Mercoledì 13 Novembre 2024
Continua il freddo in Liguria, le previsioni di 3Bmeteo
Martedì 12 Novembre 2024
Il genovese a Hong Kong: "Mattarella interessato agli incontri e ai rapporti tra i due paesi"
Martedì 12 Novembre 2024
Premio Rapallo Bper 2024 - Lo speciale
Ultime notizie
- Ribaltamento a mare, gli abitanti di Sestri: "Vetri rotti e vibrazioni, abbiamo paura"
- Nuova giunta, entra Mai con Alessio Piana alla vicepresidenza
- Trovati i vestiti di Davide Violin, il ristoratore travolto dal rio in piena ad Arenzano
- Ivo Saglietti: un viaggio in bianco e nero tra sofferenza e speranza
- Ente Bacini: Tatiana Pais entra nel consiglio di amministrazione
- Amiu lancia due iniziative sul riciclo di carta e cartone
IL COMMENTO
Come si controllano le acque superficiali in Liguria
Che tristezza la politica che non vuole la sanità