
"Nell'ambito dell'istruttoria per la richiesta di passaporto, sarebbe emerso che, in ben due occasioni, a seguito di controlli di routine il ricorrente veniva identificato in compagnia di soggetti pluripregiudicati - scrive il Tar citando la motivazione con cui era stato deciso il trasferimento - Ciò potrebbe potenzialmente pregiudicare l'immagine dell'amministrazione".
I giudici amministrativi hanno riconosciuto come legittime le motivazioni che hanno portato al trasferimento. "Mentre la frequentazione constatata nel primo controllo può effettivamente essere ritenuta "occasionale" - precisa il Tar nella sentenza -, lo stesso non può certo dirsi per il secondo episodio, laddove il ricorrente ha accettato un passaggio in auto per un lungo viaggio da un esponente di spicco nel panorama della malavita ligure, legato alla criminalità organizzata".
Nel proporre ricorso al Tar contro il Ministero dell'Interno, l'assistente capo aveva spiegato che "in entrambi gli episodi contestati, non era a conoscenza dei precedenti penali di quei soggetti". Il Tar ha risposto così: "La frequentazione di soggetti pregiudicati o che "notoriamente" non godono pubblica estimazione, oltre a costituire violazione di un preciso dovere professionale, come tale punibile disciplinarmente, è senz'altro suscettibile di nuocere al prestigio dell'amministrazione".
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