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Ambientato durante il primo conflitto mondiale, il film racconta l’amore impossibile fra un tenente austriaco e una ragazza ebrea polacca, figlia di un orologiaio, che gli ha salvato la vita. “Due mondi” senza speranza di dialogo, una unione proibita.
Tania Schucht vede il film e si riconosce nella protagonista femminile, uscendone sconvolta. Riferisce le sue emozioni a Antonio Gramsci, detenuto in carcere e a Piero Sraffa, emigrato a Londra. Pur non avendo visto l’opera di Dupont, Gramsci reagisce con durezza, affermando la necessità del dialogo fra “i due mondi” e nel frattempo si apre ai ricordi del suo soggiorno di studio nella Vienna d’inizio Novecento.
Sraffa coglie la tragedia in cui gli ebrei si stanno avviando nel momento in cui massimo è il consenso al regime fascista. Ne scaturisce – per via epistolare – uno dei dialoghi più emozionanti della cultura italiana del Novecento, che adesso, con la riscoperta del film, ci appare sotto una luce più nitida.
IL COMMENTO
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