Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un 'viaggiatore per caso' alle prese con i quotidiani disagi per muoversi nella Superba. Un'esperienza, scrive il nostro turista, che "annulla" la voglia di tornare. Ecco perché.
Genova è decisamente bella ma decisamente la città più problematica nella quale mi sono imbattuto nel mio breve viaggio che ogni tanto mi concedo per visitare qualche città che mi incuriosisce e che conosco solo di passaggio.
Questa mattina però dovevo prendere l'aereo alle 10.00 per un incontro di lavoro per poi tornare questa sera e concedermi ancora due giorni nella "Superba".
Del tutto casualmente ho saputo, sentendo ieri sera due persone che ne parlavano al tavolo vicino al mio nella trattoria nei vicoli dove sono andato a gustarmi la trippa, che questa mattina dalle 9.00 circa ci sarebbe stato uno sciopero dei dipendenti di Wind Tre che avrebbe bloccato il ponente genovese e proprio la strada che conduce all'aeroporto.
Nessuno aveva avvertito, neppure un avviso in albergo. Mi metto in viaggio alle 8.15 sicuro di avere un grande anticipo sul volo. Arrivo comodamente al Cristoforo Colombo e mi trovo un nuovo problema del tutto inaspettato da risolvere: il parcheggio risulta completo! Da lontano avevo individuato un'area a sinistra completamente vuota ma poi capisco che ci sono lavori in corso che occupano metà di tutte le aree parking riducendo talmente la capienza che nella ticket machine, compare la scritta "completo".
Non c'è nessuno che dia informazioni, mentre arrivano dietro di me una, due, tre auto e il conducente della seconda inizia a suonare insistentemente: scendo e spiego la situazione, ricevo epiteti irripetibili inframezzati da molti "belin". Si spostano tutti indietro e ci chiediamo: ma dove andremo a posteggiare?
Non esiste un secondo parcheggio? Pare di no, non ci sono cartelli che ci indirizzano da altre parti. Non so più che fare inizio a girare a vuoto, ma non trovo nulla. Vedo cento taxi fermi e chiedo al primo di portarmi da qualche parte a lasciare la macchina. Gentile, ma incazzoso per la situazione, mi dice che bisogna sbrigarsi perche è possibile che se parte lo sciopero non torniamo più indietro.
Lo seguo, mi fa fare dei giri verso ponente che non saprei spiegare, e ad un certo punto mi fa posteggiare in una viuzza in mezzo a due cappannoni. Mi tranquillizza: intanto lì i vigili non passano mai.
Torniamo indietro e da quella stradina arriviamo bene senza alcun problema in 5 minuti. Pago 12 euro, ma almeno sono arrivato al chek-in. Passo i controlli e vado al bar. Mi prende un dubbio forte, ritroverò la macchina questa sera? Vabbè, ci penserò dopo.
Ho sete e chiedo alla cassa un caffè, una fetta di focaccia e una bottiglietta d'acqua. Dopo aver gustato la focaccia genovese vado a prendermi la bottiglietta d'acqua da portarmi dietro. Ci sono solo da litro: io volevo una bottiglietta piccola, da mettermi in borsa. C'è una Gatorade nel frigo e penso di cambiare la bottigliona ingombrante pagando la differenza.
Chiedo alla cassiera che mi guarda sconsolata e con una bella decisa cadenza genovese mi dice "mi dispiace scignuru non siamo autorizzati a fare l'annullo, non posso cambiarla".
Non vorrei dire, Genova è bella, sporca ma bella, ma penso proprio che questa sera quando tornerò, ammesso e non concesso che riesca a ritrovare la macchina in mezzo ai capannoni del Ponente me ne torno subito a casa oltre appennino: l'annullo a Genova lo faccio io... per i prossimi due giorni che volevo trascorrere ancora qui.
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Storia di un turista che a Genova si 'annulla'
"È la città più problematica in cui mi sono imbattuto"
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