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Secondo l'analisi, spiega una nota, in Italia solo sei regioni registrano oggi un tasso di occupazione superiore a massimi di 10 anni fa: si tratta della Provincia autonoma di Bolzano (+2,5% sul 2008), quella di Trento (+0,9 punti), Lazio e Toscana (+0,7 punti), Lombardia (+0,4 punti) e Friuli Venezia Giulia (+0,3 punti).
Il differenziale della Liguria è al quarto posto tra quelli delle regioni che devono ancora agguantare i livelli pre-crisi: solo Veneto, Basilicata e Valle d'Aosta devono recuperare un gap minore. Le piccole imprese (fino a 50 addetti) contano il 50,7% dei dipendenti in forza ma, secondo l'analisi di questi dati, spiegano il 65,6% delle posizioni create nel biennio 2015-2017; se rapportiamo le posizioni create allo stock dei dipendenti, si calcola che il tasso di creazione di posti di lavoro delle piccole imprese è del 3,8%, quasi doppio del 2,0% delle medie-grandi imprese.
A livello provinciale, a "soffrire meno" è Genova, il cui tasso di occupazione dell'anno scorso è distante un punto percentuale rispetto al massimo pre-crisi: 63,3% contro il 64,3% del 2009. Segue Savona, che nel 2017 registra un tasso del 63,4%, 1,6 punti in meno rispetto al 65% del 2009. Maggiore il gap nello spezzino e nell'imperiese: alla Spezia nel 2017 il tasso di occupazione è del 63%, 2,2 punti percentuali in meno rispetto al massimo pre-crisi, cioè il 65,2% registrato nel 2006. Infine, Imperia, con un pesante margine da colmare, pari all'8,4%. Il tasso di occupazione del 2017 si ferma al 56,8%, contro un massimo pre-crisi registrato nel 2007 pari al 65,2%.
IL COMMENTO
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