cronaca

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"Qui siamo come in un carcere a cielo aperto: i boss mafiosi continuano a svolgere le loro attività all'area aperta, c'è spaccio, ci sono risse. Ma noi resistiamo, e non abbiamo mai pensato di spostarci". Questa la sintesi, giornalistica, del pensiero di molti residenti e commercianti della zona della Maddalena, nel centro storico di Genova.

Il ministro degli Interni Salvini, quando di recente è venuto a Genova, ha dichiarato che presto tornerà, proprio alla Maddalena, per restituire ai genovesi gli immobili confiscati alla mafia "che solo nel centro storico sono più di novanta - spiega Andrea Piccardo, del centro integrato di via della Maddalena - ma pensate che, a causa di una serie di lungaggini burocratiche e di problemi - ne sono stati dati solo due ad altrettante associazioni. Negli altri casi, o sono bloccati dall'impossibilità di pagare alcune spese per cui sono morosi, oppure sono occupati da prostitute, oppure sono pieni di materiali, ad esempio edili, che non si possono rimuovere".

"Noi da qui non abbiamo mai pensato di andare via - spiega Andrea Nervi, titolare di una trattoria di vico Mele, dove ieri sera i vertici delle forze dell'ordine sono andati a cena - ma la situazione non è certo facile: c'è criminalità, spaccio, la gente che arriva nei bed and breakfast ha paura e spesso se ne vuole andare. Noi speriamo sempre in un presidio fisso delle forze dell'ordine ma ci è stato detto dal Comune che non è possibile. Noi non ci crediamo. Ogni tanto arrivano più controlli, quando li chiediamo c'è la sensibilità delle forze dell'ordine ad ascoltarci, ma poi, dopo un po', tutto torna come prima".  

L'altra notte, un episodio di violenza aveva coinvolto un residente, colpito dalla testa da una bottiglia durante una rissa tra bande di spacciatori. I residenti e i commercianti erano scesi in strada con le seggiole, per presidiare la zona in segno di protesta costruttiva e di presenza.