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"La mia idea e' il modello austriaco-ribadisce il governatore-, un partito di centrodestra che metta insieme le culture piu' morbide e una destra politica che oggi e' rappresentata al meglio da Salvini. Ma l'idea la devono scegliere gli elettori: Toti che si autoproclama capo di qualcosa suonerebbe ridicolo".
Toti sottolinea di non essere di "cultura sovranista: sono per un'Italia protagonista, non protezionista. Diciamo che sono per un sovranismo come lo intendo io e come abbiamo dimostrato in questi anni in Liguria. Con Salvini e Meloni abbiamo un perfetto dialogo. Certo, con la Lega il centro moderato non ha un'affinita' politica particolare. Pero' non vedo un centrodestra disomogeneo e disallineato rispetto all'alleato leghista".
Nella sua analisi, il governatore ligure riconosce che "la Lega ha un solido 30% e non ha voglia di seguire il Toti-pensiero del partito unico, con primarie all'americana. Pero' nel centrodestra manca totalmente un pezzo perche' una parte di classe dirigente continua a guardare il soffitto, fischiettare e fare finta che tutto vada bene. Il motivo? Da un lato, non e' facile trovare una via di uscita, dall'altro si preferisce esserci piuttosto che non esserci: se i parlamentari scendono da 100 e 30, meglio essere tra quei trenta".
Una lezione a Forza Italia e ai moderati di centrodestra, in questo caso, e' arrivata "persino dall'esangue Pd che dalle primarie ha saputo prendere linfa vitale- sostiene Toti- anche se non so che cosa ne fara' perche' non lo vedo molto in salute. Pero', almeno, ha dato segno di voler provare a rimediare: a me da' fastidio quando ci sono tanti ostacoli sul percorso e si fa finta di nulla".
IL COMMENTO
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