
Ad alzare i tiro sono stati tutti i legali degli indagati che "hanno evidenziato la mancanza della documentazione di indagine che lo scorso 2 maggio era stato indicato dovesse essere messa nella disponibilità di tutte le parti prima dell'inizio dell'incidente probatorio". Un frase che assume un peso specifico importante soprattutto se sommata a un virgolettato riportato da alcuni quotidiani, non confermato ma neanche mai smentito, in cui i legali stessi avrebbero usato i termini: "Pm come i nazisti".
"Le loro parole si commentano da sole", la replica a caldo del procuratore Cozzi. Cerca di trattenersi, riesce a parlare per un minuto placando a stento nervosismo e rabbia per le dichiarazioni della controparte. "Seguiamo rigorosamente le procedure previste dalle normative procedimentali e processuali. Anzi, direi che tutto questo viene seguito con una cautela spasmodica nelle piene garanzie difensive. Per cui trovo il giudizio molto avventato e chi l'ha fatto se ne assumerà le sue responsabilità".
Un giudizio sui metodi della Procura, quello espresso dai legali degli indagati, che potrebbe essere inquinato dalle accuse che alcuni membri del governo hanno rivolto nei confronti di Autostrade spesso sostituendosi all'autorità giudiziaria. Non ci interessano la precostituzione di affermazioni sulle responsabilità. Stiamo procedendo con gli incidenti probatori, proprio per accertare in modo obbiettivo e in contraddittorio la verità e se verranno individuate delle responsabilità per la morte di 43 persone", conlude il procuratore Cozzi.
IL COMMENTO
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