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di Mario Paternostro

Lo chiamavano Walter, ma il suo nome è Donato Bilancia. E’ considerato per il numero di omicidi commessi il più grande killer italiano. Diciassette delitti in 7 mesi, tra l’ottobre del 1997 e l’aprile del 1998. Le sue vittime predestinate? Appartengono a diverse categorie. Prostitute, giocatori d’azzardo, pendolari sui treni e anche un metronotte.

Vi abbiamo raccontato nella prima puntata di “Ti ricordi?” dedicata a lui, con la testimonianza dello scrittore e storico Carlo Martigli, l’infanzia e la giovinezza, il trauma del suicidio del fratello col nipotino e quel padre che lo prendeva in giro per un pene a suo giudizio troppo piccolo. Traumi che uniti alla patologia del gioco compulsivo e all’odio per le donne porteranno “Walterino”, così lo chiamavano, a quei terribili sette mesi di omicidi che sconvolsero Genova e non solo.

La sua prima vittima è proprio il proprietario della bisca che aveva tramato alle sue spalle con l’amico. Si chiama Giorgio Centanaro. Bilancia entra nella sua casa, gli tappa la bocca con del nastro adesivo, lo fa spogliare e lo soffoca a mani nude. Mentre fa tutto questo ha anche la spudoratezza di spiegargli per filo e per segno perché lo sta facendo. Così tira fuori quella storia del pollo così offensiva per la sua reputazione.

Ma il fatto viene archiviato come morte per cause naturali: il killer è stato bravissimo a non lasciare sul luogo del delitto alcuna traccia.
Passano soltanto otto giorni. Il 24 ottobre seguente è il turno dell’ex compagno di gioco, proprio quel Parenti che lo aveva chiamato “pollo”. Bilancia lo uccide ma non gli basta una vittima. Parenti è insieme alla moglie, Carla Scotto. Sono appena rientrati da pochi giorni dal viaggio di nozze. Un colpo di pistola alla testa. Bilancia gli ruba nella casa affacciata sul porto antico 13 milioni di lire e alcuni orologi. Da quel momento in poi, Bilancia ci prende gusto a ammazzare e la sua sete di sangue non si ferma più, alimentata da un tragico mito di onnipotenza.

Diventa una spaventosa serie. Tocca a due orefici, Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, uccisi nella loro casa in via Monticelli, a Marassi. Si salva per miracolo la donna di servizio che, mentre Bilancia uccide riesce a salvarsi nascondendosi sul balcone. Terrorizzata.

Il 13 novembre il killer sposta la sua attenzione su Ventimiglia. La vittima è un cambiavalute. Poi con il nuovo anno sceglie la zona di Manin e cambia categoria. Tocca a un metronotte, Giangiorgio Canu, ammazzato per un inspiegabile “odio verso le divise”. Il povero guardiano notturno, viene ucciso mentre sta facendo il suo giro quotidiano, in un portone di corso Armellini, in Circonvallazione a monte.

Fa impressione ancora oggi scrivere un elenco di vittime assolutamente innocenti, prese a caso nel vortice della follia omicida del killer.
Arriviamo a marzo e i delitti sono tre. Tocca a giovani prostitute, una caricata in auto a Genova e uccisa a Cogoleto, un’altra a Pietra Ligure. Entrambe vengono freddate con un colpo in testa. La terza, il 24 marzo. E qui Walter commette un errore: si apparta con la prostituta transessuale Lorena a Novi Ligure, però per puro caso passano due metronotte. Altre divise, altro duplice scatto omicida.

Questi ultimi,  vengono ammazzati barbaramente, mentre la povera ragazza sudamericana riesce fortunatamente a sopravvivere.
Un’altra prostituta cade sotto la sua furia omicida pochi giorni dopo e da questo momento gli investigatori ipotizzano che possa trattarsi di una sola mano omicida, anche se il 20 marzo Bilancia aveva ucciso un cambiavalute a Ventimiglia. In ogni caso la svolta nelle indagini è importante.

Entra in gioco una Mercedes nera segnalata da un testimone e inquadrata dalle telecamere dell’autostrada. La stessa auto che quattro giorni dopo sarà sulla scena del delitto dei due metronotte. Sarà proprio la sopravvissuta Lorena a diventare la testimone chiave per arrivare al colpevole.

Il killer quando si spostava per le sue missioni di sangue, aveva l’abitudine di accodarsi con la Mercedes nera che aveva comperato da un amico, alle altre vetture ai caselli autostradali per non pagare il pedaggio e le multe arrivavano al legittimo proprietario dell’auto, che in breve ne fu ossessionato.
Ancora un cambio di vittime. Dopo cambiavalute, metronotte e prostitute ecco il momento delle ragazze sui treni.

Il 12 aprile, sul treno Intercity La Spezia-Venezia, Donato Bilancia uccide nella toilette con un colpo di pistola alla testa l’infermiera milanese Elisabetta Zoppetti. Dopo l’omicidio della prostituta macedone Kristina Valle del 14 aprile, Bilancia torna a fare scorrere il sangue sui treni: il 18 aprile colpisce Maria Angela Rubino, che di professione fa la babysitter.

Si scatena il panico a Genova. Crescono gli inviti alle ragazze a non andare di notte sole in treno.
Bilancia non si ferma. A aprile uccide un benzinaio sull’autostrada e si arriva finalmente al fatidico 6 maggio.
La fine dell’incubo è vicina. Ne parleremo con il giornalista Roberto Orlando. E ve la sveleremo nell’ultima puntata.

(Le puntate di “Ti ricordi?” verranno trasmesse sul canale 10 lunedì alle 22.30, martedì alle 16.45, mercoledì alle 18.40, giovedì alle 23.30, venerdì alle 15.05, sabato alle 19.45 e domenica alle 12.00. E sono disponibili on demand sul sito www.primocanale.it)

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