Utili. Utili. Utili! Aumento tariffe. Aumento Tariffe. Aumento Tariffe! Ebitda alto, più alto, più alto che si può. Così sale il titolo in borsa e si vende bene. Così entrano gruppi stranieri che investono!
Un bene pubblico come le autostrade nelle mani dei privati è diventato come una gallina dalle uova d’oro (per loro) e il disastro per tutta la nostra comunità. Lo Stato dice che non se la sentiva di gestire la rete autostradale. Le società che dovevano controllare sono state smembrate dalla politica, mentre è stata 'riaperta' in capo al Ministero dei Trasporti una sezione dedicata ai controlli... senza mezzi e senza soldi. Rendendo impossibile fare ongi tipo di controllo.
Una macchina apparentemente sgangherata che gioca solo a favore dei concessionari privati a cui non interessa il bene pubblico, neppure la sicurezza. Interessa solo che noi entriamo in autostrada, passiamo il casello e paghiamo sempre di più: tanto non abbiamo alternativa. E investimenti minimi: tanto contano solo gli utili. Conta la cassa! Conta trattare affari e vendere partecipazioni come il Gruppo Gavio che ha venduto solo 11 mesi fa ai francesi il 40% a 800 milioni di euro.
Certo, se la politica gli ha consentito sempre di fare quello che volevano le colpe sono ben ripartite tra imprenditori incoscienti e politici squallidi, traditori del loro mandato. E andiamo ben oltre i singoli politici, di mezzo ci sono partiti interi con decenni di rapporti oscuri con i concessionari. Fin da quando gli vennero 'regalate' le nostre autostrade, ormai interamente pagate da noi cittadini.
L’ho urlato tante volte. Ora non ho alcun ruolo pubblico, ma almeno ho la libertà di parlare e di invitare tutti i partiti a farsi un'analisi di coscienza e capire che il sistema delle concessioni autostradali è morto e sepolto. Vanno certamente revocate e si deve riaprire un capitolo nuovo. È un bene di cui turismo e commercio hanno necessità totale. Non può essere nelle mani di imprenditori che guardano unicamente all’utile.
La società di gestione potrebbe anche essere in pareggio o in perdita, si tratta di un bene indispensabile a tutti. Si deve tornare alla gestione pubblica, diminuire le tariffe o - come in Svizzera - avere solo un bollino annuale e poi si viaggia liberi. Il futuro della Liguria e del Paese passa anche da questa decisione forte, ma l’interesse di un singolo concessionario non può condizionare l’economia del Paese e della nostra regione. Ora basta, siamo esasperati.
cronaca
Benetton (Autostrade), Gavio (AutoFiori): i concessionari che bloccano la Liguria
Un bene pubblico trattato da gallina dalle uova d'oro
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