Ad affermarlo è la dottoressa Federica Fossati, specialista cardiologo territoriale presso Asl3, DSS 9, Palazzo della Salute, Fiumara, rappresentante della branca cardiologia e diabetologia. Interviene su primocanale.it riguardo il tema del momento: i servizi sanitari di prossimità all’interno di un percorso promosso da molte anime e tra queste Arca, l’associazione regionale dei cardiologi liguri presieduta da Laura Casalino.
“Questa nuova era economico-sanitaria presuppone l’impossibilità di tornare indietro, o meglio, non si potranno più utilizzare gli strumenti sanitari e le metodologie precedenti, diventate insufficienti e non adeguate. I bisogni dei nostri pazienti sono aumentati. La paura, la percezione di rimanere soli e il senso di morte si sono presentati, e hanno avuto un’azione destabilizzante nelle loro vite e difficilmente scemeranno in breve tempo. Le armi dell’attività specialistica territoriale, mai deposte, neppure nel lockdown, sono state potenziate. I cardiologi ambulatoriali territoriali, in supporto all’attività dei colleghi ospedalieri impegnati in prima linea, non si sono fermati davanti al virus e hanno continuato a dedicarsi all’assistenza dei pazienti. Tutto ciò nel rispetto delle norme di sicurezza indicate da Alisa attenendosi ai Dpcm nazionali” prosegue Federica Fossati.
Da qui l’avvio dell’intervista.
Quale è stato il ruolo dei presidi locali?
Nella sua realtà, Fiumara, quale la realtà? “La cardiologia della Fiumara ha continuato ad avere un’attenzione particolare per la popolazione anziana che, rispetto a quella più giovane, ha una maggiore difficoltà ad adattarsi alle nuove situazioni, e questa, la pandemia che stiamo vivendo, è un cambiamento notevole e sostanziale. Per tale motivo, ho pensato di attivare, parallelamente all’attività front office, un servizio di teleconsulto attraverso chiamate whatsapp con l’ausilio dei caregiver (figli, nipoti e coniugi) per dare una continuità assistenziale agli anziani per evitare l’inutile rischio di contagio nell’uscire dalle proprie abitazioni per recarsi presso gli ambulatori con lo scopo anche di alleggerire il lavoro dei medici di famiglia e ridurre gli accessi al pronto soccorso. Tutto sulla scia di quanto attivato dal 2015 presso il Distretto 9 ossia l’ambulatorio dedicato alla cronicità scompenso cardiaco, affiancata da personale infermieristico dedicato e qualificato, nella gestione di questa tipologia di pazienti. Tale attività non è stata mai sospesa. La mascherina, la visiera parafiato ed il camice plastificato non hanno spaventato i miei pazienti. Il timbro alto della voce non è stato frainteso: è stato correttamente interpretato come una attenzione e delicatezza nei loro confronti. Con la mascherina il labiale non è più leggibile per chi soffre di una patologia non irrisoria: il sentirci poco.
Quali i cambiamenti più significativi?
“E’ bastato parlare più forte e il paziente si è ritrovato in una situazione familiare, e ha riconosciuto nelle parole di affetto la mia figura, tanto da esclamare “ma è lei Dottoressa!” Non dobbiamo dimenticare che la paura ha peggiorato lo stato clinico dei pazienti e che il solo vedere e riconoscere un volto familiare fa sentire subito meglio, ancora più che un aggiustamento terapeutico”.
Il Palazzo della Salute Fiumara è nato come prima casa della Salute della Asl3. Oggi quale la situazione in quel complesso?
“Il paziente cardiopatico ed affetto da scompenso cardiaco che accede alla Casa della Salute viene “inserito” in un percorso dedicato e facilitato che evita il “fenomeno del pendolarismo”. Qui, l’esecuzione della visita cardiologica, degli esami di laboratorio (laddove urgenti eseguibili anche in giornata presso la struttura) e la presa in carico delle sue comorbilità si possono gestire con un solo accesso alla struttura. A tal riguardo è stato attivato un percorso preferenziale per il paziente cardiologico e diabetico (Pdta cardiometabolico). Esso prevede, in presenza di segni di instabilità, l’effettuazione di una rivalutazione plurispecialistica. Il paziente viene valutato con una visione olistica a 360° ed esce dalla struttura con una nuova terapia, adeguata e corretta in base alla situazione clinica riscontrata, con gli appuntamenti (a breve o lungo termine) già calendarizzati a Cup. La figura del cardiologo territoriale, anello della rete ospedale e territorio, garantisce, in sinergia con i colleghi ospedalieri, la continuità e la bidirezionalità del percorso fatto dal paziente: dal territorio all’ospedale di riferimento (Ospedale Padre Antero Micone di Sestri Ponente e Villa Scassi di Sampierdarena) e ritorno. L’attività si è adattata alle nuove esigenze e sta continuando a dare risposte alle problematiche dei pazienti cardiologici”.
IL COMMENTO
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