
"Quando ho sentito che voleva fare il Festival - racconta Dragonetti - l'impatto è stato forte nel senso che il 23 febbraio sarà l'anniversario della prima chiusura dei teatri e ora vediamo che si sta facendo di tutto per permettere a un evento svolto in teatro di esistere e tutti questi sforzi non li abbiamo visti messi in campo per il settore".
"Viene da chiedersi che cosa si sta difendendo in questo momento - prosegue - si sta lasciando morire il settore cultura: è altissima la percentuale di lavoratori che hanno cambiato settore o ci stanno pensando e c'è un impoverimento per tutti".
Il fatto che si possa portare del pubblico dentro il Teatro Ariston a Sanremo ma che i teatri italiani siano sostanzialmente chiusi da un anno è il motivo che ha fatto decidere per una protesta anche se le modalità non sono ancora chiare e certe.
"L' evento Sanremo darà anche lavoro a una piccola parte di noi, conclude - ma faremo sentire la nostra voce, vogliamo esserci perchè vogliamo che si parli di quello che succede alla cultura non solo della nostra situazione ma della società che da un anno non ha la possibilità di fruire della cultura a tutto tondo".
"Noi stiamo cercando di capire logisticamente cosa sarà possibile fare nel rispetto delle restrizioni ma c'è appoggio importante da altre regione, non saremo solo lavoratori liguri".
IL COMMENTO
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