cronaca

Si indaga sulle cause del suo decesso
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 Perché Camilla non è stata segnalata come paziente fragile? Cosa ha scritto sulla scheda dell'anamnesi prima di fare la prima dose di AstraZeneca? Cosa ha causato la sua morte? Quanto ha contribuito il mix tra vaccino e cure ormonali nel rapido decorso della trombosi di Camilla?


Sono tanti ancora gli interrogativi che riguardano la morte della diciottenne di Sestri Levante, a un passo dalla maturità, che il 25 maggio aveva effettuato la prima dose di AstraZeneca e che dopo pochi giorni ha iniziato ad avere sintomi preoccupanti, sino al ricovero per trombosi, agli interventi neurochirurgici e infine purtroppo la morte giovedì scorso al San Martino di Genova.


Domani, martedì 15 giugno, è il giorno dell'autopsia che proverà a rispondere ai quesiti aperti, mentre oggi pomeriggio sarà la volta dei NAS che porteranno in Procura la scheda compilata da Camilla prima di vaccinarsi e le cartelle cliniche del suo arrivo al pronto soccorso di Lavagna e infine al San Martino. L'autopsia è affidata al medico legale Luca Tajana con l'ematologo Franco Piovella.


Nelle ultime 48 ore si è già espresso il legale dei genitori di Camilla rispetto alla sua presunta malattia, una patologia ereditaria autoimmune del sangue che porterebbe a una forte carenza di piastrine. La cosiddetta piastrinopenia autoimmune familiare compare infatti nei documenti dell'ospedale di Lavagna ma l'avvocato Angelo Paone, legale di famiglia, esclude che Camilla soffrisse di alcuna patologia.

Certo è che se Camilla davvero ne soffriva, avrebbe dovuto rientrare tra i pazienti fragili e non avrebbe potuto, come invece ha fatto, partecipare alla "chiamata" volontaria regionale di AstraZeneca e Johnson & Johnson.