Cronaca
Se Genova perde i pesci
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Immaginare Genova senza il mercato del pesce è la stessa cosa che pensare alla Val d’Aosta con le stalle chiuse e il black out della fontina o a Napoli con il blocco delle pizzerie. Eppure succede. E’ incredibile che il Comune, che da mesi ipotizza le nuove sistemazioni del mercato ittico, si sia fatto trovare totalmente impreparato di fronte a una situazione che era nell’aria da tempo. Chiunque, infatti, frequentava il mercato di piazza Cavour, si poteva rendere conto, senza molta fatica, di essere in un luogo vecchio, malandato, in completo degrado. Questo ciò che potevano vedere i clienti. Ma, sicuramente, dietro l’aspetto di un visibile abbandono ci doveva essere dell’altro e cioè una lunga serie di manchevolezze igieniche e su quelle c’è poco da scherzare. Ora ci troviamo nella paradossale condizione di essere la più importante città del mare del Nord Italia e non avere pesce in tavola. Chissà, ci arriverà da Milano? O da Torino? Certo il Comune fa una brutta figura e deve nel più breve tempo possibile trovare una soluzione-tampone, intervenendo sulla vecchia struttura di piazza Cavour per consentire quanto prima la ripresa delle compravendite, pensando con altrettanta rapidità alla soluzione definitiva, quella che deve dare a Genova un mercato moderno e perfetto, così come è stato fatto con il nuovo mercato ortofrutticolo in Val Polcevera. L’impressione che ci siamo fatti su questa vicenda è che il Comune ci abbia dormito troppo sopra e, si sa, chi dorme non piglia pesci.
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