Il ministro Romani ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il governo, prima. Prima che spuntasse l’idea sciagurata di lanciare sulla testa di duemilacinquecento famiglie un piano che era una sentenza di morte per un intero settore industriale italiano e in particolare ligure. Il ministro Romani,che ha più volte ribadito (lo ha confermato ieri l’onorevole Casinelli nella diretta di Primocanale da Roma) di essere stato all’oscuro di questa incredibile uscita dell’amministratore delegato Bono, ha fatto bene e subito quello che si doveva fare. Perché quello di Bono non era un piano. Un piano prevede soluzioni, percorsi. Quello che è piombato su Fincantieri non aveva nessuna idea strategica, ma solo una supina accettazione di sentenze che nessun Paese europeo si è mai sognato di prendere in considerazione. Ora toccherà al ministro Romani stare col fiato sul collo ai capi di Fincantieri perché trattino bene. E non potrà starsene fuori il ministro Tremonti perché bisogna sganciare denari, attivare fondi europei (e se davvero Scajola fosse destinato alle Politiche Europee per la Liguria ora andrebbe a fagiolo), sveltire ogni procedura locale per il ribaltamento a mare del cantiere.
Il ritorno del piano non è la soluzione del problema, ma solo la partenza corretta che avrebbe dovuto essere all’origine di tutto. Invece i vertici Fincantieri hanno sbagliato e questo errore gravissimo non potrà essere sottovalutato dalla politica.
IL COMMENTO
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