Cronaca

1 minuto e 10 secondi di lettura
Le Province? Aboliamole tutte, dice il presidente della Regione Claudio Burlando, una posizione che ha già espresso anche in polemica con il Pd quando il partito ha impedito l'abolizione astenendosi a una votazione in Parlamento. Tutte sì, ma tre no, tre su quattro, dice Burlando, è un pasticcio: "Cosa significa? Che rimane un'unica Provincia, quella di Genova, grande esattamente come la Regione? Che si accorpano? Questo governo ha appena fatto diciotto nuove Province e ora ne cancella una trentina. Incomprensibile". E' vero che la manovra presentata dal premier Berlusconi insieme con un depresso ministro Tremonti presenta buchi neri. Non è detto però che i chiarimenti che verranno portino anche buone notizie. Nè è il capitolo Province quello più importante per i cittadini sottoposti a una raffica di prelievi o penalizzazioni soprattutto se pensionati o lavoratori dipendenti. Ma anche interrogarsi sulla sorte delle Province ha un suo perché: attualmente hanno titolo su voci importanti su ampi territori. E' probabilmente giusto abolirle tutte in un progetto di riorganizzazione di competenze e anche di costi. Una mezza riforma invece provoca una rincorsa verso soluzioni fantasiose, dalla Lunezia, fusione fra La Spezia e Lunigiana, alla fusione tra La Spezia e Tigullio, e forse Savona guarda al ponente genovese accampando qualche acquisizione: tutti a rosicchiare la provincia di Genova. Ma Imperia resta sola. Sorge una domanda: ma sarà proprio tutto vero?