
L'addio del mondo a Papa Francesco è stato nel suo stile in mezzo alla gente, i leader del mondo, certo, ma soprattutto quelli che l'hanno amato in questi 12 anni di pontificato, quelli che si sono sentiti accolti, riconosciuti compresi come da un padre. 250 mila persone in piazza San Pietro venute da tutto il mondo e circa 150mila che hanno accompagnato la papamobile riadattata con a bordo la semplice bara di legno di Francesco fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove aveva scelto di essere sepolto in una tomba realizzata con 'la pietra ligure, terra dei suoi nonni'.
E' stata una festa di popolo, intrisa ovviamente di tutta la solennità del caso, ma l'essenza di Francesco si è vista: la bara posata per terra con sopra il Vangelo come 20 anni fa fu per San Giovanni Paolo II, le lacrime della gente comune e degli 'ultimi' che lo hanno accolto a santa Maria Maggiore.
Un evento in mondovisione che come spesso accade verrà ricordato per immagini, colori e rumori: il rosso porpora dei cardinali, le mitre dorate dei patriarchi delle Chiese orientali, le velette nere delle consorti di sovrani o politici, i cartelloni colorati, il bacio del feretro dell'infermiere Massimo Strappetti diventato suo assistente sanitario personale ma anche per rumori come il ronzio dei droni, il garrito dei gabbiani e il 'viva il Papa' dalle prime file.
Di questo addio resteranno anche i tanti applausi partiti spesso da via della Conciliazione e arrivati fino ai grandi della terra, applausi che hanno interrotto più volte l'omelia del cardinale Re in particolare quando ha sottolineato il desiderio di Francesco di "una casa aperta a tutti", così come l'attenzione ai migranti con quel primissimo viaggio a Lampedusa, la "spiccata attenzione alle persone in difficoltà", "il cuore aperto a tutti" e la capacità di spendersi "senza misura". Un pontificato che "ha toccato menti e cuori" già dal giorno della sua elezione, il 13 marzo 2013, quando scelse di essere 'solo' Francesco, cercando di ispirarsi a San Francesco e caratterizzato da "una grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa".
L'applauso più fragoroso nel passaggio sulle guerre: 'Di fronte all'infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all'onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili perché la guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta".
E non sarà forse un caso che il giorno del suo funerale sia riuscito a far sedere su due semplici sedie in basilica per 15 minuti il presidente americano Trump e quello ucraino Zelensky, una foto storica.
Ogni incontro di Papa Francesco si concludeva con "non vi dimenticate di pregare per me", ora Francesco come ha detto il cardinale Re "prega tu per noi e per il mondo".
Ne abbiamo bisogno.
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IL COMMENTO
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